EMERGENZA CASA
Sicet: un altro sfratto. Stavolta toccherà a Mario, 76 anni, malato

Venerdì 28 settembre, quartiere Giambellino, un pensionato dovrà lasciare la sua casa. Non riesce a pagare l'affitto e non c'è un alloggio popolare per lui, nonostante siano 10mila quelli sfitti a Milano.


Venerdì 28 settembre, alle ore 9, Mario, 76 anni, in cura presso il Centro Psico Sociale di zona, verrà messo per strada. Da tempo è in corso uno sfratto per morosità. Saranno presenti l’ufficiale giudiziario, la forza pubblica, il medico chiamato dalla proprietà e l’ambulanza. A causa delle sue condizioni di fragilità economiche, sociali e di salute non è più riuscito, dopo tanti anni, a pagare l’affitto. Pensionato, ancora costretto a svolgere qualche ora di lavoro come fattorino per arrotondare, senza risparmi e proprietà, non ha le possibilità economiche né per rientrare del debito né per sostenere le spese di un nuovo canone di locazione sul mercato immobiliare privato. Ha presentato da tempo una richiesta di assegnazione di un alloggio popolare, ma non è mai stato convocato.

La Commissione Comunale Competente a luglio ha respinto la sua richiesta di assegnazione in emergenza, ritenendo che la sua particolare condizione di salute non fosse un motivo sufficiente a giustificare il mancato pagamento dell’affitto, nonostante la dettagliata e approfondita relazione medica inviata dal Centro Psico Sociale. È quindi in attesa che venga riesaminato il ricorso depositato. Per ora l’unica alternativa alla strada proposta dai Servizi sociali è stata un ricovero in una residenza sanitaria per anziani, soluzione che Mario non intende accettare visto che, seppur in difficoltà, è ancora autonomo e non necessita di cure assistenziali quotidiane.

La storia di Mario non è un’eccezione, ma è condivisa da migliaia di famiglie nella nostra città. Sono i senza casa, le famiglie già sfrattate e sotto sfratto, con la casa all’asta. Sono le famiglie che non potendo pagare gli affitti richiesti dal mercato sono costrette a vivere in condizioni di sovraffollamento, coabitazione, precarietà, e nei casi estremi a occupare senza titolo alloggi pubblici o privati. Sono anziani, lavoratori, bambini, invalidi, italiani e stranieri, disoccupati, genitori separati…

La prima emergenza di Milano è la mancanza di una politica abitativa coerente con le possibilità economiche dei suoi abitanti e che promuova veramente il diritto alla casa. 10.000 case pubbliche sfitte, 25.000 famiglie in graduatoria, 23.000 richieste di esecuzione di sfratto presentate dall’Ufficiale Giudiziario solo nel 2017, più di 1300 famiglie finite per strada in un solo anno, qualche centinaio di alloggi pubblici assegnati. .

Su questi temi, dopo il presidio unitario organizzato dai Sindacati Inquilini il 9 luglio scorso, è in corso un tavolo permanente di confronto con il Comune di Milano. Le risposte però, per ora, non sono adeguate alla grave condizione di emergenza che vive ogni giorno la nostra città. È necessario che tutti i livelli istituzionali si impegnino affinché vengano assegnate tutte le case vuote, regolamentate le concessioni della forza pubblica nei provvedimenti di sfratto e pignoramento, ritirati i piani di sottrazione e dismissione del patrimonio abitativo pubblico, predisposte soluzioni abitative provvisorie adeguate e dignitose alle famiglie in attesa dell’assegnazione di un alloggio pubblico.

Il Sicet venerdì mattina sarà presente allo sfratto di Mario per cercare di ottenere un ulteriore rinvio in modo che venga garantito il passaggio da casa a casa. Il diritto alla casa e la dignità delle persone prima di tutto. Basta politiche contro i
poveri.

27/09/2018
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