Circa 80 lavoratori somministrati restano senza lavoro. Cisl e Felsa Cisl chiedono l’intervento del Comune.
Aprono le scuole, ma per molti lavoratori somministrati di Milano Ristorazione si chiude l'accesso alla mensa. Sono infatti circa 80 gli addetti che quotidianamente servono i pasti nelle mense scolastiche di Milano che questa settimana non vedranno rinnovati i contratti per effetto del decreto Dignità.
“La direzione di Milano Ristorazione, per timore dell'applicazione della causale, ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro rinunciando alla professionalità di lavoratori con esperienza anche di diversi anni, per prendere persone nuove, da addestrare da zero – afferma il segretario generale di Felsa Lombardia, Daniel Zanda -. Ci siamo resi immediatamente disponibili per valutare ogni possibile soluzione contrattuale, per garantire comunque la continuità lavorativa di queste persone, ma l'azienda in modo del tutto incomprensibile non ha voluto ascoltare”.
Secondo la Felsa Cisl Lombardia - il sindacato che tutela i lavoratori somministrati (ex interinali) e le partite Iva - Milano Ristorazione non conosce con esattezza il decreto poiché la riassunzione a settembre rientrerebbe nel periodo transitorio previsto dal decreto stesso, quindi senza gli aggravi di causali o maggiorazioni.
“La Cisl di Milano – aggiunge Eros Lanzoni, segretario del sindacato di via Tadino – in agosto ha sollecitato un incontro a Milano Ristorazione per cercare di trovare una soluzione. Ma non abbiamo avuto risposte. La società partecipata del Comune non rispetta il Protocollo sugli appalti firmato dallo stesso Comune con i sindacati. Chiediamo all’amministrazione di Palazzo Marino di intervenire”.
Per tutelare i lavoratori, Felsa Cisl Lombardia chiama in causa anche le agenzie di somministrazione, chiedendo che i lavoratori siano assunti a tempo indeterminato. “Una soluzione che dà sicurezza al lavoratore e la giusta flessibilità all'azienda – conclude Zanda -. Siamo ancora disponibili al confronto ma il tempo sta scadendo”.