Oggi la Pensotti è in concordato preventivo: lunedì 25 giugno è stato depositato il progetto di rilancio che prevede il parziale affitto del ramo d'azienda. Adesso la parola è passata al giudice che dovrà esaminare la proposta: i sindacati vogliono che tutti i lavoratori siano messi in sicurezza.
‘O tutti o nessuno’. Così si sono espressi ieri i lavoratori della Pensotti Sices di Legnano che hanno manifestato in piazza Monumento, prima di essere ricevuti dal sindaco Gianbattista Fratus per chiedere l’intervento del Comune, presso le istituzioni superiori, in primis Regione Lombardia, per salvare uno stabilimento con 120 anni di vita. Dal primo cittadino sono arrivate una serie di rassicurazioni circa la possibilità di portare la crisi in Regione Lombardia. Fratus si è impegnato anche presso l’Inps per cercare di sbloccare la partita della cassa integrazione che i lavoratori attendono da febbraio. Quindi, la convocazione a breve di una audizione presso la Commissione IV Attività Produttive del Pirellone. Infine, lavoratori e sindacati sono pronti a giocarsi la carta del Mise (Ministero per lo Sviluppo Economico). La Pensotti ad oggi si trova in una fase di concordato preventivo, ma le organizzazioni sindacali a partire dalla Cisl presente alla manifestazione con Stefano Abbatangelo, segretario della Fim Cisl Milano Metropoli, Edoardo Barra responsabile di zona della Fim per l’Alto Milanese e Giuseppe Oliva della Cisl Milano Metropoli e responsabile territoriale, non condividono il progetto dell’aziende che prevede il licenziamento di una parte dei lavoratori. “Il nuovo presunto acquirente dovrà farsi carico di tutti gli attuali dipendenti”.
Intanto lo scorso 25 giugno è stato depositato il progetto di rilancio che prevede il parziale affitto del ramo d'azienda. Adesso la parola è passata al giudice che dovrà esaminare la proposta. "Siamo qui oggi per cercare di trovare una soluzione con le istituzioni, non si possono abbandonare i lavoratori - sottolinea Abbatangelo - . Oggi 95 lavoratori vogliono risposte. Stiamo parlando di famiglie che rischiano di ritrovarsi sul lastrico. Sul tavolo di Confindustria abbiamo ribadito che la Pensotti fa parte della storia e non può finire così. La responsabilità è di tutti: le istituzioni devono assumersi le loro e cercare con i lavoratori una soluzione. Forse potremmo trovare aiuto da altri imprenditori".
"In questo periodo si parla di segnali di ripresa, ma non basta: i casi della Pensotti o della STF a Magenta dimostrano come ci troviamo ancora ad affrontare un problema occupazionale importante . Chi non è riuscito a resistere alla crisi vede ora che tutti i nodi vengono al pettine e non è facile soprattutto ad una certa età trovare una ricollocazione – commenta Oliva – ma dietro ai lavoratori ci sono delle famiglie e non ci si può girare dall’altra parte: c’è un problema sociale importante a cui dare una risposta concreta”.