Autentica doccia gelata, niente cassa straordinaria fino alla fine di novembre. "Salvi" invece gli altri trentatesette dipendenti per i quali è andata in porto la cessione del ramo d'azienda al nuovo acquirente tedesco.
Bicchiere mezzo pieno ma accompagnato da una beffa tremenda per una cinquantina di lavoratori della STF, la storica azienda del Magentino per la quale dal mese scorso si è aperta ufficialmente la procedura di fallimento. E’ quanto riferisce Ermanno Alemani della Fim Cisl Milano Metropoli e responsabile per la zona del Magentino , in riferimento agli ultimi sviluppi del fallimento che ha colpito l'azienda della famiglia Trifone che un tempo dava lavoro solo nello stabilimento di Magenta a oltre 250 persone. “Lunedì 2 luglio – spiega Alemani – abbiamo appreso la buona notizia che per 37 dipendenti tra produzione, quadri, impiegati e dirigenti la cessione del nuovo ramo d’azienda all’acquirente tedesco (*la STF Balcke – Duerr Srl) è andata a buon fine. Contestualmente, però, dobbiamo prendere atto della doccia gelata che ha colpito la parte restante dei lavoratori”.
E’ sempre di lunedì 2 luglio, infatti, la notizia che è stata revocato l’esercizio provvisorio da parte del giudice delegato per questa parte di addetti della fabbrica di strada per Robecco. Con la revoca dell'esercizio è venuta meno una delle condizioni previste dal ministero del Lavoro per riconoscere la cassa integrazione straordinaria per i prossimi sei mesi. Una mazzata per i lavoratori per i quali parte la procedura di la mobilità e, a seguire, arriveranno le lettere di licenziamento. Insomma zero garanzie, quando invece questi ultimi pensavano di poter aver a disposizione una copertura economica per le loro famiglie almeno fino al prossimo 30 novembre.
“A questo punto – conclude il sindacalista – vogliamo nuovamente incontrare al più presto la curatela e cercare di trovare comunque delle tutele per queste persone che si trovano da un giorno all’altro senza alcuna forma di ammortizzatore sociale. Voglio anche ricordare che tutti questi 86 dipendenti responsabilmente hanno sottoscritto una conciliazione liberatoria, considerato il momento assai critico per l’azienda, per consentire ad altri colleghi di avere una opportunità di ricollocazione. Queste persone come compensazione si attendevano almeno il riconoscimento della cassa straordinaria, cosa che invece non è avvenuta”.
"Purtroppo - aggiunge Giuseppe Oliva della Cisl Milano Metropoli e responsabile per il territorio Legnano Magenta - se è vero che c'è una lenta ripresa economica, è altrettanto vero che questa non è in grado di dare risposte immediate, soprattutto a quelle aziende come la STF a Magenta o, per esempio, la Pensotti a Legnano, che non sono state capaci di affrontare la crisi. Adesso, purtroppo, i nodi vengono al pettine e il vero problema è la ricollocazione dei lavoratori, operazione oggi tutt'altro che facile. E' necessario l'impegno di tutti, dal mondo delle istituzioni a quello delle imprese, perchè lasciare per strada delle persone significa anche innescare nuovi e grandi problemi all'interno delle loro famiglie che si trovano senza certezze per il futuro".