TERZO SETTORE / LE STORIE
Ecco come la solidarieta' diventa impresa

Una realtà, quella de La Cordata , che dà lavoro ad una sessantina di persone che ha ormai raggiunto un fatturato di 3 milioni di euro. Secondo Claudio Bossi, amministratore delegato, la riforma è un'opportunità per una positiva contaminazione tra il mondo del profit e del no profit

“Noi siamo la dimostrazione sul campo di come dalla solidarietà possa nascere impresa. Partiamo dall’idea che attraverso l’intrapresa e la competenza nel fare le cose si possano raggiungere traguardi importanti”.Claudio Bossi è l’amministratore delegato (è stato anche direttore) della Cooperativa sociale ‘La Cordata’.  Sessanta lavoratori, un fatturato di circa 3 milioni di euro.

‘La Cordata’ soddisfa le richieste di circa 35 mila utenti e di cui 26 mila circa nell’area ricettiva. Nasce nell’92 all’interno di Agesci. Dall’esperienza scoutistica si arriva alla costruzione di una realtà che garantisce reti di supporto e sostegno a chi vive un disagio e trova difficoltà ad inserirsi nella società, per tutti, senza distinzioni. Offre accoglienza, accompagnamento sociale ed educativo e ospitalità alberghiera. Lavora a contatto con gli enti locali sviluppando una serie di servizi che vanno a compensare lo squilibrio economico dei Comuni che è cresciuto in questi anni. Ma il perimetro dell’azione de ‘La Cordata’ va ben oltre l’ambito del pubblico, rispondendo spesso alla domanda che arriva dal privato.

In relazione alla riforma del Terzo Settore Bossi commenta così: “Il principale pericolo che vedo è quello dell’ingresso in questo mercato di soggetti che potrebbero utilizzare il titolo di impresa sociale con finalità speculative. In altre parole – continua – il rischio è di trovarci con ‘competitor’ che vogliono fare business. Certo è un elemento delicato ma tutto sommato lo viviamo già oggi quando dobbiamo confrontarci con delle cooperative spurie”.

Da qui l’appello di Bossi a sviluppare i ‘giusti anticorpi’.  Lavorando molto nell’ambito dell’accoglienza il direttore de ‘La Cordata’ porta l’esempio della ‘questione migranti’ che ha vissuto da vicino in questi anni. “Sicuramente c’è chi su questo tema si è arricchito e si arricchisce costituendo delle cooperative sociali che sono tali ma solo sulla faccia. Però, c’è tanta gente che lavora in modo onesto e scrupoloso nel quotidiano. Da qui il rischio di non buttare via il bimbo con l’acqua sporca…”. L’altra questione sollevata da Bossi è quella dei controlli. “Penso che si debba trovare il giusto equilibrio tra impresa sociale  e organismi effettivamente preposti a queste verifiche. Detto ciò poi i controlli ci devono essere e non solo sulla carta. Diversamente si scade nella burocrazia”.

A parte queste avvertenze, l’amministratore delegato de ‘La Cordata’  vede solo aspetti positivi nella riforma. “A partire da una positiva contaminazione che si potrà innescare con il mondo del privato no profit, andando oltre il concetto di impresa sociale”. Sicuramente i tempi non saranno brevissimi per poter toccare con mano queste novità. “Considerato che ci vorrà fino a tutto il 2019 per tutti gli adempimenti di legge, credo che la riforma avrà bisogno di tempi medio lunghi. Ma si tratta di un provvedimento importante oltre che necessario”.

19/04/2018
Fabrizio Valenti - fabrizio.valenti@tin.it
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