WELFARE
Un' ALLEANZA per battere la povertà

185 mila famiglie e 670 mila in stato d'indigenza. Anche la ricca Lombardia è a forte rischio. Diciassette organizzazioni si sono messe insieme per cercare una risposta concreta al generale fenomeno delle fragilità. Paola Gilardoni è il referente regionale dell'Alleanza. Allegati: due ricerche con tutti i dati.

Almeno 185.000 famiglie che si trovano in uno stato di povertà assoluta, pari a 670.000 persone che spesso non vengono nemmeno intercettate dai servizi. Anche nella ‘ricca’ Lombardia c’è chi se la passa male. I numeri parlano da soli. Il fenomeno non è affatto da prendere sotto gamba. Una recente ricerca di Eupolis (l’Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione di Regione Lombardia), infatti, ha messo in luce come in Lombardia il 17,6% della popolazione sia a rischio povertà. Un dato in parte rassicurante rispetto alla media nazionale che si attesta al 28,7%. A livello europeo meglio di noi fanno solo Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia.  Diversa, molto diversa, diventa la lettura se si prendono in considerazione gli ‘ultimi’, quelli che stanno male, molto male. Perché in Lombardia sono il 6,4% che è comunque la metà rispetto al dato nazionale dell’11,5%. Ma è un dato questo che non fa sorridere, poiché in Europa colloca la Lombardia al 15 esimo posto, ben al di sotto della media UE.

Per non parlare dell’Italia che rispetto a questo parametro riesce a “fare meglio” solo di Grecia e Ungheria. E’ anche (soprattutto) per questo questa forte polarizzazione - con le categorie in stato di disagio che sembrano trovarsi sempre più emarginate -  che è nata l’Alleanza lombarda contro la povertà, la cui referente è Paola Gilardoni, segretario regionale della Cisl Lombardia.  Principale obiettivo è quello di offrire una risposta concreta al complesso problema delle fragilità.  “L’Alleanza – spiega Paola Gilardoni – nasce dal Protocollo d’intesa, sottoscritto dalle diciassette organizzazioni del Terzo Settore, nonché, in rappresentanza dei Comuni, delle parti datoriali e dei lavoratori che hanno fatto loro questa sfida”.

Acli Lombardia, ActionAid Aggiornamenti Sociali Milano, Anci Lombardia, Azione Cattolica Italiana-Delegazione Lombardia, Delegazione Caritas Regione Lombardia, Cgil Cisl e Uil Lombardia, Cnca Lombardia, Confcooperative-Federsolidarietà Lombardia, Federazione Regionale Lombarda della Società di San Vincenzo De Paoli, Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, Fondazione Banco Alimentare Onlus Lombardia, Forum del Terzo Settore Lombardia, Lega autonomie Lombardia, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari. Partecipa stabilmente ai lavori dell’Alleanza la direzione regionale di Inps Lombardia. Questi i nomi di tutti i soggetti in gioco.

Di fatto, l’Alleanza Regionale nasce a cascata dall’Alleanza Nazionale contro la Povertà.  “Si tratta – continua la sua referente regionale – del logico prosieguo dell’esperienza maturata sul campo con l’attività di monitoraggio al SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva), uno strumento sperimentale che è stato poi il presupposto per arrivare al REI (Reddito di Inclusione Sociale”. "Un lavoro di studio e di analisi avviato un anno fa circa e che ha poi portato  ad avere – parole della Gilardoni – finalmente una misura a carattere universalistico con precise ricadute sul territorio come contrasto alla povertà il cui effetto è duplice: il beneficio economico e la riattivazione di percorsi d’inserimento sociale e lavorativo".

In realtà, solo il nostro Paese e la Grecia – nonostante il periodo in cui la crisi mordeva duro – erano sprovvisti di uno strumento del genere.  “In Lombardia – rivela il segretario regionale cislino – l’attività di monitoraggio ha funzionato molto bene. Tanto è vero che ci siamo concentrati su 98 ambiti con una risposta che è stata altissima: ci hanno risposto in 91 con una percentuale del 93%. Il punteggio più alto colto a livello nazionale”. Anche in base a queste considerazioni si è deciso di ‘stabilizzare’ attraverso la nascita dell’Alleanza Regionale contro la Povertà questa piattaforma di lavoro.  “E’ un modo per affrontare la questione a tutto tondo. Non è un caso, per esempio, che al tavolo ci sia anche l’Inps (che eroga materialmente il REI), così come i Comuni rappresentanti dall’ANCI, che sono poi i soggetti attuatori del Reddito di Inclusione Sociale”.

Insomma, sono presenti tutti i tasselli. Così come Regione Lombardia. “E’ un ruolo strategico quello di Palazzo Lombardia, non a caso il Decreto 147 che disciplina il REI prevede l’adozione di Piani regionali contro la povertà”.  “Su questo – sottolinea la Gilardoni – giochiamo una partita molto importante: la priorità, infatti, è la definizione di questo documento e, contestualmente, lo stanziamento di risorse regionali aggiuntive al finanziamento nazionale per il REI. Premesso – conclude il segretario regionale della Cisl – che in Lombardia nel recente passato, sono state già messe in campo diverse misure a sostegno della vulnerabilità della famiglia, sono dell’idea che questo sia un passo avanti essenziale. Infine, è opportuno un maggiore coordinamento tra le politiche nazionali in materia di welfare con quelle regionali e locali, pensando anche a nuove forme di collaborazione  tra servizi sociali, enti profit e non profit”.

Reddito d'Inclusione Sociale: nel nostro Paese, aiuti a 900 mila poveri nel primo trimestre 2018

Le persone beneficiate da misure di contrasto alla povertà sono nel primo trimestre 2018 quasi 900 mila e 7 su 10 dei beneficiari risiedono al Sud Italia. Campania in testa, seguita da Sicilia e Calabria. L'Osservatorio statistico sul reddito di inclusione, presentato oggi (mercoledì 28 marzo ndr) dall'Inps e dal Ministero del Lavoro, rivela anche che sono stati coinvolti dal Rei (Reddito di inclusione) 316.693 persone (in 110 mila famiglie) mentre altre 47.868 persone (in 119 mila famiglie) sono state interessate dal Sia (il Sostegno di inclusione attiva). L'importo medio mensile del Rei è di 297 euro e varia da regione a regione. Si passa da un minimo di 225 euro per la Valle d'Aosta fino ai 328 per la Campania; complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio più alto di quelle del nord e del centro. Per le famiglie in difficoltà il Rei, il reddito di inclusione,  è uno dei principali sostegni economici. Il numero medio di componenti per nucleo familiare è passato da 4 per il Sia a 3 per il Rei. L'incidenza dei percettori del reddito di inclusione risulta massima per i nuclei con 6 o più componenti.

27/03/2018
Fabrizio Valenti - fabrizio.valenti@tin.it
ALLEGATI
Le slides della relazione di Gilardoni
ALLEGATO SFOGLIABILE
Convegno sulla povertà: Banco Alimentare
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