LAVORO
Don Gnocchi, finalmente l'intesa

Accordo Fondazione-sindacati dopo una vertenza che va avanti da anni.  Dal primo gennaio 2020 saranno applicati due contratti :quello della sanità e quello socio assistenziale. 

Altri 24 mesi per arrivare ad “un regime definitivo e strutturale” nei rapporti di lavoro tra la Fondazione Don Gnocchi e i propri dipendenti che andrà a prevedere una netta distinzione tra le strutture in cui vengono svolte "in prevalenza attività di natura socio sanitaria e assistenziale" e quelle  "di carattere  prevalentemente riabilitativo sanitario". Ai primi sarà applicato dal primo gennaio 2020 il contratto collettivo nazionale di lavoro ARIS RSA, mentre ai secondi il contratto collettivo nazionale ARIS Sanità.

L’accordo tra la Fondazione Don Gnocchi e i sindacati è stato siglato mercoledì 17 gennaio nella notte e fa segnare una tappa importante all’interno di una lunga e tormentata vicenda iniziata ormai cinque anni fa.

Risalgono al 2013 i problemi per la Don Gnocchi che all’interno di un contesto di preoccupante crisi finanziaria e di grave esposizione con le banche, decide in via unilaterale l’impossibilità ad applicare ancora il contratto collettivo nazionale di Sanità privata.  Si sceglie così una forma più 'leggera'.  Dopo una serie di agitazioni e di vertenze in cui non mancano momenti di alta tensione coi lavoratori, si arriva all’Accordo Quadro del luglio 2013 che stabilisce l’applicazione in un contratto meno impegnativo  per il gruppo e, di conseguenza, meno remunerativo per i dipendenti che, di fatto, si trovano a dover lavorare 'gratis' per 80 ore all’anno. Le 80 ore beninteso sono frutto di una rinegoziazione territoriale visto che a livello nazionale l’intesa uscita ne prevedeva ben 104 di ore.

Queste tensioni tra azienda e lavoratori sono proseguite anche negli anni a seguire. Le parti sociali, a ragione, hanno sempre denunciato come illegittimo il fatto di far ricadere sulle maestranze la pessima capacità manageriale che aveva portato la Fondazione in questa situazione di forte criticità economica.

La ‘polveriera Don Gnocchi’ esplode di nuova nel 2016. La Fondazione preso atto dell’impossibilità di arrivare ad un accordo decide di ritornare all’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro ARIS RSA e CDR, avviando così una fase di graduale adeguamento delle buste paga.  Si aprono in questo modo nuovi spiragli di confronto che hanno portato nei mesi avvenire fino all’accordo dell’altro giorno.

“Più nel dettaglio, l’intesa del 17 gennaio – spiega  Walter Cordin, operatore sindacale della Cisl per la Funzione Pubblica e dipendente dell’Istituto di Santa Maria Nascente di Milano della Don Gnocchi – prevede l’erogazione di 1.150 euro come una tantum (entro il prossimo 31 luglio ndr) a compensazione dell’impegno profuso dai dipendenti nel percorso di risanamento aziendale”. Contestualmente, le vertenze in atto nei confronti della Don Gnocchi sono state ‘congelate’.  Per quanto attiene il cosiddetto regime transitorio  per il 2018/2019 è previsto ancora “un monte ore a debito” di 90 ore annue. L’intesa si conclude con la distinzione delle strutture del gruppo in base alle due filiere individuate  (*prevalentemente sanitarie o prevalentemente socio assistenziali).

Senza dubbio anche il passaggio dell'altro giorno, benchè significativo, non è la soluzione a tutti i mali. Tanto che gli stessi operatori della Cisl sono molto cauti nel commentare l'accordo. Ciò detto, l'auspicio è che questo passa rappresentare quanto meno la base per arrivare ad un inquadramento contrattuale più soddisfacente per i dipendenti dello storico istituto a partire dal primo gennaio 2020.

Allegato: il testo integrale dell'accordo

19/01/2018
Fabrizio Valenti - fabrizio.valenti@tin.it
ALLEGATI
Accordo don Gnocchi
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