LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE
La nuova legge: una occasione da cogliere

Intervista a Umberto Zandrini, presidente del Consorzio Solidarietà in Rete. Con il provvedimento di legge del luglio scorso  (decreto legislativo 117) si è completata una parte importante relativamente al cosiddetto 'Codice del Terzo Settore'. Ora  il mondo della cooperazione e dell'associazionismo si devono attrezzare per condividere la svolta culturale che la legge porta con sè

 

“La nuova legge sul Terzo Settore è una grande opportunità da cogliere. Certamente il percorso non è ancora del tutto compiuto e ci vorrà almeno un anno per arrivare a conclusione definitiva. Tuttavia, è un’occasione di crescita per le nostre realtà, oltre che di conoscenza reciproca”.

Umberto Zandrini, presidente del Consorzio Sir  legge in positivo il disegno di legge oggi al vaglio del nostro Parlamento. “Indubbiamente – spiega – è un tentativo importante per quanto concerne la volontà di mettere ordine in quella che io definisco come l’economia civile del nostro Paese. Quello del Terzo Settore, tra cooperazione e associazionismo, è indubbiamente un mondo assai complesso e variegato. Ora, c’è l’impegno a realizzare un quadro organico che tenga tutto assieme. E questo è un aspetto assai favorevole”.

Il dare con questa legge pari dignità al mondo del Terzo Settore – sottolinea Zandrini – è anche un modo per far sì che l’interazione con la Pubblica Amministrazione risulti essere più efficace. “E’ inutile ripetere – spiega il Presidente del Consorzio Solidarietà in Rete – come oggi il nostro Welfare poggi in gran parte su realtà di impresa sociale come le nostre. Senza questo pezzo importante non potrebbe esserci Welfare. Questa legge di cornice perciò agevola sicuramente questo lavoro di ‘messa in rete”.

Accanto a questa rivalutazione di tutto quanto è Terzo Settore, la legge in qualche modo esce dai formalismi della ‘vecchia’ impresa sociale. “Oggi per esempio – aggiunge Zandrini – entrando nel merito della legge si bada molto di più agli aspetti di sostanza che al resto. Una Srl che fa impresa sociale può essere considerata tale, indipendentemente, dalla propria configurazione giuridica”.

La legge, inoltre, prevede il coinvolgimento di finanziatori esterni. “Quindi – fa notare l’esperto – anche il tema della partnership con soggetti privati relativamente alla raccolta di fondi è contemplato dalla legge”.  Naturalmente, la legge non è ancora completa. “Gli aspetti negativi stanno proprio in questo – rileva Zandrini – il fatto che manchino ancora 40 decreti attuativi è certamente un elemento d’incertezza, così come il fatto di rivolgersi a realtà spesso così eterogenee tra loro avrà delle ricadute che potremo quantificare solo nei prossimi mesi”.

“Nell’associazionismo – prosegue Zandrini – c’è un po’ di tutto. Per cui avremo soggetti più attrezzati e altri più piccoli che dovranno adeguare il loro statuto inserendo elementi più orientati agli aspetti imprenditoriali. Qualcosa di analogo potrebbe accadere per tutta la partita della cooperazione. Anche se qui la legge dovrebbe avere un impatto minore, in quanto, tutto ciò che risulta essere compatibile con la legge 381 del 91 (*quella che disciplina le coop sociali) sarà mantenuto”.

“In linea di principio però – dice Zandrini – questa legge è una provocazione positiva. Questo progetto di riforma chiede a tutti noi uno sforzo culturale. E’ un cambiamento di paradigma anche perché il testo cerca di attualizzare il messaggio che un tempo arrivava dal mondo della cooperazione e dell’associazionismo. Oggi c’è un’impostazione più 'laica'. Cooperazione e associazionismo rappresentano settori importanti del mondo del lavoro. Non è un caso che la legge vada ad ampliare questi spazi guardando anche alle imprese sociali che operano in ambito agricolo, piuttosto che energetico e dell’innovazione”.

L’invito di Zandrini è allora “a studiarla e a capirla”. “Ribadisco le premesse sono buone. Poi, ovviamente, dato che stiamo parlando di un iter che è ancora in corso, per le valutazioni ne dovremo riparlare tra un paio di anni ”.

Per adesso, però, diventa essenziale l’aspetto della formazione. “E’ per questo che abbiamo preso al volo l’invito formulato dal Forum Città di Milano.  Qui verranno attivati corsi di formazione che, oltre a farci meglio conoscere questa legge, serviranno a metterci in contatto con altre realtà come la nostra. I diversi mondi che gravitano nel Terzo Settore, non sempre si conoscono. Questa legge serve anche per questo”.

16/11/2017
Fabrizio Valenti - fabrizio.valenti@tin.it
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