LEGNANO
Sanità: la riforma è partita ma non tutti lo sanno

A Palazzo Leone da Perego, a Legnano, il convegno sulla cronicità organizzato dalla Fnp Cisl Pensionati. La 'presa in carico' in alcuni casi è già nei fatti, ma serve maggiore informazione nei confronti dei cittadini. 

Una rivoluzione che è già nei fatti ma rispetto alla quale occorre ancora molta informazione. Stamani a Legnano, nella Sala Leone da Perego, è andato in scena il convegno organizzato dalla FNP Cisl Pensionati Milano Metropoli sul tema della ‘presa in carico’ dei malati cronici. Un passaggio per certi versi “epocale” che appare come il pilastro della riforma socio sanitaria avviata da Regione Lombardia con la legge 23 del 2015 e proseguito con la delibera di Giunta regionale del 3 agosto 2017 (DGR n. X/7038).

Emilio Didonè Segretario della FNP Cisl Milano Metropoli e Giovanni Di Paola della FNP di Legnano hanno messo in evidenza il senso dell’iniziativa. “Fare il punto della situazione circa lo “stato dell’arte” della riforma chiamando al tavolo tutti gli interlocutori di questo percorso".

Il Sindaco di Legnano Gianbattista Fratus si è congratulato con gli organizzatori: “E’ una bella iniziativa che rappresenta uno stimolo per tutti noi. Ormai la riforma è realtà, a brevissimo molti cittadini riceveranno la comunicazione rispetto alla scelta del cosiddetto ‘gestore’ per cui momenti del genere dovrebbero moltiplicarsi”. Il Direttore Generale dell’ASST Ovest Milano Massimo Lombardo ha spiegato come nel territorio di fatto questa scelta rispetto alla ‘presa in carico’  sia stata già compiuta: ‘Abbiamo 88 mila cronici ormai fidelizzati che negli ultimi tre anni hanno continuato a recarsi presso le nostre strutture’.  Certo, la riforma – come ha osservato Lombardo – lancia delle provocazioni importanti. “Prima il malato andava dal medico di famiglia e veniva al Cup con la ricetta. Adesso questo processo lo dovremo gestire noi sotto tutti gli aspetti. E’ un impegno a livello organizzativo ma anche come assunzione di responsabilità”.

Lombardo, portando sempre esempi concreti dal territorio dell’Alto Milanese ha rimarcato come in zona il rapporto di collaborazione tra medici di medicina generale ed ex Azienda Ospedaliera sia molto buono. Anche in considerazione del poliambulatorio medico esistente da Cerro Maggiore che dimostra come il 'mettersi in rete' tra medici non sia così una chimera.

“Pianificare un percorso diagnostico individuale, tanto più rispetto a soggetti con più patologie croniche è complesso – ha aggiunto – la riforma in questo senso non intende smontare il rapporto di fiducia con il proprio dottore, ma intende arricchirlo introducendo anche l’elemento di novità dettato dalla valutazione multidimensionale del paziente”.

“Certo – ha concluso – qui la partita diventa davvero difficile. Noi abbiamo stimato che sul nostro territorio ci sono 7 mila pazienti con una cronicità pluripatologica a fronte dei 150 mila censiti in tutta la regione. Qui il gioco di squadra è essenziale. I percorsi s'intrecciano e la necessità di scelte ad hoc e che non seguano unicamente dei protocolli standard diventa essenziale”.

Decisamente più negativo il giudizio di Pierluigi Rancati della Segreteria della Cisl Lombardia. Se infatti per il dirigente cislino la riforma rappresenta comunque un passo in avanti, sconta delle difficoltà di sistema fin troppo evidenti. “Innanzi tutto – ha rilevato – c’è il tema di chi scommette sul fallimento del sistema sanitario pubblico. E’ una prospettiva che noi non accettiamo ma con la quale dobbiamo fare i conti, così come con un privato che ha dalla sua molte più frecce per farsi valere”.

Accanto al tema della concorrenza Rancati ha posto l’accento su quello della comunicazione. “La scelta del gestore dovrebbe essere libera, ma per essere tale dovrebbe essere consapevole. Allora non basta certo spedire una letterina…”.

“Senza un’adeguata campagna informativa – ha ammonito – rischiamo di lasciare fuori da questo sistema fino ad un milione di pazienti”.  Danilo Mazzacane, Segretario della Cisl Medici, oltre che un sindacalista è un oculista di lungo corso. Ha portato così il suo contributo appassionato sia con riferimento al ruolo del sindacato, sia dei medici che dovrebbero adeguarsi a questo nuovo paradigma. Il dibattito ha visto la presenza anche di Carlo Borghetti consigliere regionale del PD e componente della Commissione Sanità. La sensazione è come in ogni fase di cambiamento –  ammesso onestamente dallo stesso Lombardo – che non potranno non mancare delle battute a vuoto. Ma molto dipenderà dall’approccio dei diversi interlocutori a questa nuova fase, non ultimo il ruolo del territorio e di tutto quel terzo settore (associazioni di volontariato, ect) che ad oggi sono un tassello insostituibile dentro al modello di welfare lombardo.

25/10/2017
Fabrizio Valenti - fabrizio.valenti@tin.it
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