Gerla (Cisl): “E’ una catena di morte. Servono più cultura della sicurezza, più prevenzione, più formazione e maggiori controlli”.
Crescono gli infortuni sul lavoro e le vittime nel milanese. Nei primi sette mesi del 2017 gli eventi denunciati all’Inail dalle aziende del territorio sono stati 24.153, il 6,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2016 (+1.481). In aumento anche gli incidenti mortali, saliti da 17 a 21; e le malattie professionali, passate da 316 a 324 casi, il 2,5% in più, in controtendenza con il dato nazionale, che ha registrato un decremento del 3,6%.
“E’ un quadro sconfortante e da non sottovalutare – osserva Carlo Gerla, segretario della Cisl di Milano con delega al mercato del lavoro e alla salute e sicurezza -; sono dati che non possono non destare forte preoccupazione. Il segnale è chiaro, siamo in presenza di una catena di morte che sembra non interrompersi. Serve una cultura della sicurezza sempre più condivisa tra imprese, lavoratori e istituzioni al fine di raggiungere maggiore consapevolezza sul fatto che il lavoro sicuro non è un costo, ma un valore da difendere. C’è la necessità di accelerare sulla prevenzione e sulla formazione, rendendola più efficace e adeguata ai nuovi processi di innovazione tecnologica. Bisogna rafforzare gli enti di controllo, che necessitano di maggiori risorse e gli organismi paritetici, che riuniscono sindacati e aziende”.
Per quanto riguarda i settori, i dati più negativi si registrano nell’Industria e nei Servizi (+6,8%) e nel Pubblico impiego (+5,3%), mentre la situazione sembra migliore in agricoltura (-1,8%). Non ci sono differenze significative per quanto riguarda il sesso (l’incremento è del 6,6% tra i lavoratori e del 6,4% tra le lavoratrici). È invece più rilevante l’aumento delle denunce da parte dei lavoratori stranieri (+7,8%) rispetto a quelli italiani (+6,2%).
Allargando lo sguardo, si vede che i numeri degli infortuni sono cresciuti anche in Lombardia (+4,1%) e in Italia (+1,3%). Nel complesso le denunce sono aumentate al nord (oltre 5.800 casi in più) e al centro, anche se in misura più contenuta (+245), mentre sono diminuite al sud (-985).