Intervenendo questa mattina, a nome dei sindacati confederali, al convegno “Salute e sicurezza sul lavoro: ieri - oggi - domani”, tenutosi a Palazzo Reale in occasione del “Workers memorial day 2017”, il segretario della Cisl Milano Metropoli, Carlo Gerla, ha fatto il punto sulla situazione.
“I dati degli ultimi 60 anni rivelano che gli incidenti mortali in Italia diminuiscono in concomitanza con l’entrata a regime delle grandi riforme in materia antinfortunistica. Il numero più altro di vittime (4.644) si è registrato nel 1964, quello più basso (660) nel 2013. La legge 626 del 1994 e il Testo Unico (dlgs 81) del 2008 sono le pietre miliari di un lungo e faticoso cammino, che ha come obiettivo “infortuni zero”. Oggi in molte realtà produttive di grandi e medie dimensioni si è raggiunta la consapevolezza dell’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro, ma sicuramente c’è ancora molto da fare, soprattutto nelle realtà più piccole e nelle catene di appalti e subappalti. Occorre rafforzare la cultura della prevenzione - tenendo conto dell’evoluzione dei sistemi produttivi e dell’organizzazione del lavoro -, anche attraverso una combinazione di diversi strumenti: legislazione, dialogo sociale, innovazione tecnologica, formazione, individuazione di buone pratiche, responsabilità sociale delle imprese e incentivi economici. E poi bisogna rafforzare gli enti di controllo, che necessitano di maggiori risorse, e gli organismi paritetici, che riuniscono sindacati e aziende. Un’attenzione particolare va poi rivolta ai giovani, anche attivando percorsi formativi già nelle scuole. Gli alunni e gli studenti di oggi saranno i lavoratori, i tecnici e i datori di lavoro di domani. Per la sicurezza e la salute non si fa mai abbastanza”.
Qualche dato sul milanese
Il numero degli infortuni sul lavoro nel milanese resta stabile. Nel 2016 quelli denunciati all’Inail sono stati 38.480, +0,16% rispetto al 2015, mentre sono calati da 45 a 31 i casi mortali. Il settore più coinvolto è il terziario (35,2%). Il 76,4% degli incidenti avviene nei luoghi di lavoro, il resto in itinere. Tre su 5 riguardano gli uomini, ma sono in aumento i casi che coinvolgono le donne (+ 123 rispetto al 2015). La fascia più “a rischio” è quella tra i 40 e i 44 anni. L’80,3% delle denunce è relativa a lavoratori italiani (ma crescono sensibilmente quelle presentate da stranieri).
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