PREVIDENZA
Pensioni 2017: pagamento a gennaio con zero euro di rivalutazione e… forse una trattenuta in più

Per saperne di più, la nota a cura di Pia Balzarini e Emilio Didonè (Fnp Cisl Milano Metropoli).

Quando si paga la pensione anno 2017
Pensioni, prossimo pagamento il 3 gennaio 2017. Il primo pagamento delle pensioni Inps del 2017 partirà dal prossimo martedì 3 gennaio. La data è stata fissata dall’Inps in una nota del 22 dicembre 2016. Riguarda i trattamenti di pensione, assegni, pensioni  e indennità di accompagnamento a favore degli invalidi civili e rendite vitalizie erogate dall’nail. Lo spostamento al primo giorno utile in banca del mese è previsto dall’art. 6, D. Legge n. 65 del 21 maggio del 2015 che prevede i pagamenti delle pensioni, a partire dal 2017, effettuati il secondo giorno di banca utile di ciascun mese.

Nessuna rivalutazione delle pensioni erogate dall'Inps dal 1 gennaio 2017
Il Ministero dell’Economia e Finanze (Mef) ha comunicato la percentuale di perequazione (adeguamento al costo vita) delle pensioni erogate dal 1 gennaio 2017, che è pari al +0,00%, come nel 2016. Pertanto, nessun rivalutazione per il secondo anno consecutivo, nessun aumento delle pensioni dal 2016. Ma purtroppo, da come stanno le cose oggi, i pensionati dovranno restituire lo -0,1%, già incassato nel 2015, e non restituito nel 2016.

Cerchiamo di ricordare insieme il perché
Per il secondo anno consecutivo, dopo 20 anni di aumenti (sic!), non ci sarà nessuna rivalutazione delle pensioni per l’anno 2017. Il Mef ha infatti emesso il D.M. 17 novembre 2016, “Perequazione automatica delle pensioni per l’anno 2016 e valore definitivo anno 2015” (pubblicato in GU n. 274 del 23/11/2016), con il quale ha comunicato che “la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2015 è determinata in misura pari a +0,0 dal 1 gennaio 2016 e la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2016 è determinata in misura pari a +0,0 dal 1° gennaio 2017, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l'anno successivo”. Tradotto, significa che le pensioni erogata da gennaio a dicembre 2017 saranno sostanzialmente di importo identico a quelle del 2016, che poi è stato lo stesso importo percepito dai pensionati anche nell'anno 2015. Quindi, nessun aumento automatico legato all'aumento del costo della vita, e importo pensioni fermo da due anni. Il Mef ha quindi stimato nel +0,00% la variazione positiva degli ultimi 3 mesi dell'anno, calcolata sui primi 9 mesi del 2016. Questa percentuale è provvisoria, quindi potrebbe subire modifiche. Inoltre, occorre sottolineare che negli ultimi 20 anni si è passati da una perequazione del +5,4% anno 1995 fino a scendere al +0,00% anno 2016 e ora anche anno 2017.
Ad onore del vero, il valore preciso, calcolato dall’Istat sulla base dell’andamento dei prezzi, è risultato negativo anche questa volta (-0,1%), ma è stato riportato a zero per effetto della clausola di salvaguardia contenuta nella Legge di Stabilità 2016 (art. 1, comma 287, Legge n. 208/2015) del governo Renzi, in base alla quale il valore applicato per la rivalutazione delle prestazioni previdenziali e assistenziali non può essere inferiore a zero.

Trattenuta dello 0,1% sulla rata di pensione di gennaio 2017
Proprio per la perequazione pari a +0,0% i pensionati dovranno restituire lo -0,1% in più incassato nel 2015 e continuato nel 2016. Ovviamente ciò scatenerà non poche polemiche tra il popolo dei pensionati, anche in riferimento all’alto tasso di corruzione presente nel Paese, ma il conguaglio negativo è dovuto al fatto che all’inizio dello scorso anno, anno 2016, la perequazione provvisoria fu stimata al +0,30% mentre a fine anno fu accertato che il valore definitivo era pari al +0,20%. Ciò avrebbe causato un recupero negativo a gennaio 2016 di -0,1%. Questo recupero è stato però bloccato, sempre dalla Legge di Stabilità 2016, che in questo caso ha introdotto solamente una sospensione del recupero inflattivo (la differenza tra lo 0,3% – 0,2% = 0,1% relativo all'anno 2015), prevedendo che il recupero sia effettuato in sede di rivalutazione definitiva dei trattamenti pensionistici anno 2016 (art. 1, comma 288, Legge n. 208/2015). Al riguardo la legge impone che  la determina non può essere più rimandata e sarà effettuata sulla rata di pensione di gennaio 2017. A meno che non sia il prossimo Decreto Legge “Milleproroghe di fine anno a decretare il no alla decurtazione una tantum sulle pensioni del primo mese del 2017. Solo con un nuovo intervento normativo che elimini o rinvii nuovamente tale prelievo può essere scongiurata questa trattenuta sulle pensioni degli italiani, che già subiscono un mancato adeguamento delle pensioni da un biennio.

A quanto ammonta la trattenuta sulla pensione di gennaio 2017
Ci ripetiamo, se non abolita da un ulteriore intervento legislativo, l'importo da trattenere sarà di -0,1% sull’importo lordo pensione compreso di 13esima. Per una pensione di circa 1.500 euro mese lorde abbiamo calcolato che l‘importo rimborsato sarà di circa 19,5 euro lorde anno, quindi circa 39 euro lorde anno riferito agli anni 2015/16. Anche secondo il “Il Resto del Carlino”, il taglio sarà compreso tra i 16 ed i 20 euro per le pensioni variabili tra i 1.400 euro ed i 3.000 euro, mentre fino a tre volte il minimo non subiranno alcuna decurtazioni.

Contributo di solidarietà delle pensioni d’oro
La solidarietà scade a dicembre 2016. Il taglio era stato deciso a partire dal 2014 per tre anni. Era così scaglionato: per le pensioni comprese tra 91.343 euro lordi anno a 130.358, la trattenuta prevista era pari al 6%, per gli assegni da 130.358 a 195.538 la trattenuta sale al 12%. Infine, per le pensioni superiori a 195.538 il contributo è pari al 18%. Una provvidenza che la Corte Costituzionale (quando si vuole: cane non mangia cane) aveva giustificato in quanto il contributo è visto in rispetto del "principio di progressività e, pur comportando innegabilmente un sacrificio sui pensionati colpiti, sia comunque sostenibile in quanto applicato solo sulle pensioni più elevate, da 14 a oltre 30 volte superiori alle pensioni minime". Sacrificio giustificato quindi ma che, ribadiva la Corte, "non può durare per sempre". Pertanto i pensionati d'oro tirino un sospiro di sollievo: il loro assegno mensile superiore ai 4.500 euro tornerà bello pieno a partire da gennaio 2017.

Blocco rivalutazione pensioni 2012–2013
La rivalutazione delle pensioni ha già subito in questi anni dei blocchi per coloro che hanno pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo. Già dal 2011 fu fatta la riforma Monti/Fornero con la quale il Governo bloccò la perequazione automatica delle pensioni, ma la sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015 dichiarò illegittima quella norma che ha bloccato le perequazioni degli anni 2012/2013 per i pensionati con le pensioni di importo superiore a tre volte il minimo.  Da allora i pensionati attendono la restituzione dei mancati adeguamenti degli importi delle pensioni degli ultimi anni, anche se il Governo Renzi con il Decreto Legge n. 65/2015 ha approvato una misura per sanare (molto parzialmente) la restituzione della perequazione. Infatti, nelle pensioni di agosto 2015 è stato restituito solamente un importo dal 40% al 10% della perequazione 2012-2013 bloccata da Monti/Fornero. E visto i primi ricorsi in tribunale dei pensionati anche tale Decreto Legge n. 65/2915 sarà sottoposto di nuovo al vaglio e giudizio della Corte Costituzionale.


Fnp Cisl pensionati Milano Metropoli
Nota a cura di Pia Balzarini e Emilio Didonè

29/12/2016
ALLEGATI
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