INDAGINE
Unione europea: cala la disoccupazione, ma 2 giovani su 10 sono senza lavoro

L'indagine sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa evidenzia l'aumento dell'occupazione, il calo della povertà e cambiamenti nel mondo del lavoro.

Sono stati creati circa 3 milioni di posti di lavoro e l'occupazione è aumentata, facendo diminuire la povertà. La disoccupazione resta tuttavia elevata e registra enormi differenze tra gli Stati membri. I mercati del lavoro e le società dovranno adattarsi a nuove forme di lavoro.

Quest'anno la relazione sull'occupazione e sugli sviluppi sociali - o, in breve, "ESDE"- si è concentrata sull'occupazione come mezzo per combattere la povertà, sulla digitalizzazione e sui cambiamenti nel mondo del lavoro, sul ruolo del dialogo sociale, sulle disparità tra gli Stati membri e sull'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro.

"La presente indagine annuale - ha dichiarato Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori - mostra che l'impegno profuso negli ultimi anni sta dando i suoi frutti. Le nostre economie continuano a creare posti di lavoro e le famiglie hanno assistito a un aumento del loro reddito disponibile. Molte persone che lavorano però sono ancora povere; questo dimostra che non si tratta solamente di creare posti di lavoro: devono essere posti di lavoro di qualità. Le società e i mercati del lavoro stanno inoltre cambiando grazie a nuove tecnologie e forme di lavoro. Questa situazione comporta nuove opportunità ma anche nuove sfide e dobbiamo fare sì che nessuno sia lasciato indietro. Intendiamo fare fronte a tali sfide attraverso il pilastro europeo dei diritti sociali e le nuove iniziative nel quadro della nostra nuova agenda per le competenze".

L'occupazione è in aumento, facendo diminuire la povertà

Con 232 milioni di unità il numero degli europei occupati è stato il più elevato mai registrato. Lo scorso anno sono stati creati tre milioni di posti di lavoro, la maggior parte dei quali a tempo indeterminato. Nel maggioranza dei casi l'occupazione a tempo pieno protegge efficacemente i cittadini contro la povertà. La percentuale della popolazione dell'UE a rischio di povertà o di esclusione sociale (pari al 23,7 %) è la più bassa degli ultimi cinque anni.

L'8,3 % dei cittadini europei è tuttavia ancora disoccupato (dati di ottobre 2016) e l'indagine sottolinea le difficoltà incontrate nel ritornare al lavoro negli anni successivi alla crisi (periodo 2008-2013): nell'arco di tre anni solo un disoccupato su otto è riuscito a trovare un'occupazione permanente a tempo pieno. La disoccupazione giovanile, ancora superiore al 20%, continua a destare grave preoccupazione.

Cambiamenti nel mondo del lavoro

Il futuro del lavoro sta cambiando in un contesto di crescente digitalizzazione dell'economia, in particolare attraverso l'emergere di piattaforme digitali e dell'economia collaborativa, che offriranno nuove opportunità di lavoro, per lo più sotto forma di lavoro autonomo. Gli investimenti nelle TIC possono essere stati all'origine di un terzo della crescita economica dell'UE tra il 2005 e il 2010, ma in tale settore molti posti sono ancora vacanti. Gli investimenti nelle competenze sono fondamentali per sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione.

Convergenza e divergenza nell'UE

Dopo il notevole aumento delle disparità a seguito della profonda recessione del 2009 si registrano segnali incoraggianti di una nuova convergenza. Permangono tuttavia ancora grandi differenze e, di fronte agli shock economici, i mercati del lavoro e le politiche e gli istituti di protezione sociale nell'UE hanno registrato risultati molto diversi.

Integrazione dei rifugiati nella società e nei mercati del lavoro

Nel 2015 e nei primi nove mesi del 2016 gli Stati membri hanno ricevuto quasi 2,2 milioni di domande di asilo. Nel momento in cui si integrano nel mercato del lavoro, i rifugiati incontrano tuttavia ostacoli quali livelli di istruzione inferiori e competenze linguistiche insufficienti. Per facilitare l'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro sarà fondamentale investire nella loro istruzione e nelle loro competenze linguistiche e agevolare il riconoscimento delle competenze. In tal modo di contribuirà a rafforzare il capitale umano dell'UE nel contesto dell'invecchiamento della società.

Sviluppo di capacità per il dialogo sociale

Poiché queste nuove forme di occupazione possono offuscare i confini tra datori di lavoro e lavoratori, si profilano nuove sfide per il ruolo che le parti sociali e il dialogo sociale possono svolgere nell'affrontare le problematiche odierne del mercato del lavoro. La presente indagine ESDE individua le modalità con cui le parti sociali possono rispondere efficacemente a queste problematiche, rappresentando queste nuove tipologie di lavoratori e di datori di lavoro e collaborando con le autorità pubbliche. In diversi Stati membri, ad esempio, le nuove forme di società digitali, come Uber, e i lavoratori ad esse affiliati sono sempre di più coinvolti come componenti delle parti sociali.

29/12/2016
ALLEGATI
L'indagine Esde 2016
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