INTERNET
Non aprire quella mail. Il boom dei furti d'identità

Le truffe telematiche crescono parallelamente ai sempre maggiori servizi offerti in rete. Un progetto coordinato da Adiconsum per aumentare la sicurezza. 

Un caso frequente è quello della mail con cui la banca informa il cliente che il suo conto è stato bloccato e gli spiega come fare per riattivarlo. E’ un inganno. Dietro alla mail non c’è alcuna banca, ma qualche truffatore che mira a fare soldi, sottraendo i dati personali  della vittima (di solito il numero della carta di credito). Basta un (incauto) clic e si rischia di trovarsi con il conto in rosso. Il furto di identità, in un mondo sempre più “connesso” e digitalizzato, sta diventando una sorta di “gallina dalle uova d’oro” per le organizzazioni criminali. Ne sono consapevoli le istituzioni, le polizie e le aziende di tutto il globo, impegnate ad adottare le contromisure necessarie. Va in questa direzione anche il progetto europeo Sypcit (Costruire uno scudo efficace contro il furto d’identità), cofinanziato dalla  Commissione europea e coordinato da Adiconsum, presentato ieri a Milano.

“L’evoluzione della rete, del suo utilizzo e soprattutto la crescita esponenziale di tantissimi nuovi servizi digitali offerti ai consumatori – ha osservato Walter Meazza, presidente di Adiconsum nazionale - ha amplificato la possibilità di attacchi malevoli al cyberspazio che necessitano, di contro, di maggiori difese sistematiche, sia dalle singole imprese che dal sistema Paese. Sicuramente la sicurezza informatica non sarà mai totale e ci sarà sempre la lotta con chi vuole rubare dati sensibili, ma certamente la stretta collaborazione fra consumatori, aziende e istituzioni, può garantire un maggior livello di protezione”.

Nel 2014 il valore delle frodi è aumentato del 5%, mentre il numero è salito del 20%, con una riduzione del valore medio delle singole transazioni (da 177 a 151 euro): un nuovo modus operandi criminale che predilige la parcellizzazione e la moltiplicazione delle transazioni per aggirare le soglie di attenzione degli istituti emittenti e degli stessi utenti. Internet resta il canale più utilizzato per questi crimini: dal 2011 il numero di transazioni fraudolente è cresciuto di oltre 3 volte ed ora incide per oltre la metà sul numero complessivo.

Il progetto SYPCIT, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ingegnerie informatica dell’Università di Roma Tor Vergata, le imprese Expert System e Kaspersky Lab Italia, l’associazione consumatori rumena InfoCons e il supporto della Guardia di Finanza (Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche), si sviluppa su due direzioni: una App a disposizione di tutti e una piattaforma informativa a sostegno del lavoro di indagine delle forze dell’ordine. La App (Mp-Shield) è disponibile gratuitamente su smartphone con sistema Android e punta a rendere il consumatore più consapevole dei possibili rischi che si corrono sul Web. Una volta scaricata, in caso di apertura di una mail cosiddetta di phishing (una tecnica finalizzata al furto di informazioni riservate) o di immissione in rete di dati personali su siti riconosciuti come non sicuri,  riceverà un “alert”. Un avviso di pericolo. E come si dice “uomo avvisato, mezzo salvato”. Durante il convegno sono state illustrate le misure di sicurezza adottate da importanti aziende come Poste Italiane, Fastweb, Intesa SanPaolo, Microsoft Italia, Wind.

06/09/2016
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