Lettera di Anolf e altre associazioni scrivono alla Regione perchè venga applicata una sentenza del 2013 sull'iscrizione volontaria al sistema sanitario nazionale.
Era servito un ricorso, presentato nel 2012 da ANOLF Milano insieme ad Asgi, Avvocati per Niente e Naga, per sancire il carattere discriminatorio tenuto da Regione Lombardia e dal Ministero della Salute nei confronti dei cittadini stranieri ultra65enni. Giunti in Italia a seguito di ricongiungimento con i propri familiari, gli anziani immigrati, pur regolarmente soggiornanti, non avevano la possibilità di iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale a causa di un “banale” corto circuito burocratico: nonostante fosse previsto per legge, il Ministero della Salute non aveva mai emanato il relativo decreto con il quale avrebbe dovuto essere stabilito l’importo da versare per l’iscrizione volontaria e la Lombardia, a differenza di altre Regioni, non era mai intervenuta per risolvere il problema autonomamente. L’unica alternativa per gli interessati era quella di rivolgersi alle Assicurazioni private che, però, vista l’età avanzata dei richiedenti e le loro patologie, si rifiutavano di stipulare una polizza sanitaria a loro favore, se non a prezzi esorbitanti.
Il giudice aveva dato ragione ad ANOLF Milano e alle altre Associazioni e Regione Lombardia aveva emanato a gennaio 2013 una circolare con la quale si consentiva l'iscrizione volontaria al Servizio Sanitario Nazionale degli stranieri ultra65enni mediante versamento di un contributo forfettario pari ad € 387,34, in analogia con le disposizioni già adottate da tempo da altre Regioni. Recentemente pare che il caso stia tornando nuovamente alla ribalta: a quanto risulta dalle segnalazioni dei nostri iscritti, pare che in alcune ASL del territorio lombardo per l’iscrizione volontaria al Servizio Sanitario Nazionale venga ora richiesto un importo che varia a seconda del reddito. Ritenendo tale prassi illegittima, ANOLF Milano e le altre Associazioni si sono nuovamente rivolte alla Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia con una lettera nella quale si richiede l’applicazione della sentenza del Tribunale di Milano e della circolare emanata dalla stessa Regione Lombardia.