Dal 28 aprile si passa da 27,50 a 30,46 euro (più altri oneri). La decisone, fino alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, era ingnota ai più.
Abbiamo appreso in maniera alquanto “rocambolesca” che dal 28 aprile 2016 il costo per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno è aumentato: il relativo Decreto dei Ministeri dell’Interno, dell’Economia e della Pubblica Amministrazione, pubblicato il 27 aprile in Gazzetta Ufficiale, è difatti rimasto fino all’ultimo momento sconosciuto ai più, Questure e Uffici Postali compresi.
Quanto al metodo, ci pare quindi doveroso, innanzitutto, richiamare i Ministeri e gli Enti gestori competenti ad una maggiore efficienza nella pubblicizzazione della notizia e ad una migliore organizzazione nella sua applicazione, onde evitare nel futuro i disagi che i nostri sportelli stanno riscontrando in questi giorni nel fornire una corretta assistenza ai propri utenti, a partire dalla difficoltà nel reperire i bollettini con gli importi aggiornati.
Nel merito, comprendiamo che il rialzo del costo da € 27,50 a € 30,46 sia da imputare essenzialmente alle spese necessarie per la stampa del nuovo Permesso di soggiorno elettronico (PSE 380) la cui emissione, dopo la sperimentazione avviata alla fine del 2013, è stata estesa a tutte le Questure italiane a far data dal 10 novembre scorso: il documento, che andrà a sostituire gradualmente tutti quelli già rilasciati man mano che arriveranno a naturale scadenza, contiene un microprocessore a frequenza , nascosto dentro la tesserina di plastica e non più visibile esternamente, al cui interno sono memorizzati tutti i dati anagrafici del titolare, la sua foto e le impronte digitali.
D’altra parte, ricordiamo che al suddetto importo vanno aggiunti € 30 che si pagano a Poste Italiane per la spedizione dell’istanza, € 16 per la marca da bollo e, soprattutto, il “contributo” richiesto per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, che varia dagli 80 ai 200 euro a seconda della durata del documento e che è stato giudicato spropositato da una sentenza della Corte di Giustizia Europea che risale ormai ad 8 mesi fa.
Non siamo pertanto altrettanto comprensivi nel capire le ragioni per cui, alla prontezza con la quale è stato adeguato il prezzo del nuovo permesso di soggiorno, non è corrisposto un uguale zelo nel recepire le indicazioni che provengono dall’Europa e le numerose interrogazioni parlamentari al riguardo, riducendo finalmente l’esborso richiesto alle famiglie dei cittadini stranieri regolarmente soggiornanti nel nostro Paese