DONNE
Doppia preferenza di genere. Impariamo a conoscerla (e usarla)

Introdotta dalla legge 215 del 2012 ha l'obiettivo di favorire di far eleggere un numero maggiore di donne  nei consigli comunali. Ecco come funziona.

Cosa è la doppia preferenza di genere? Cosa vuol dire doppia preferenza di genere? A cosa serve e perché? Quali vantaggi per le donne? Tante sono le domande che queste misteriose parole evocano nelle ipercritiche donne, quali noi siamo.

LA LEGGE DEL 2012

La doppia preferenza di genere è un dispositivo contenuto nella Legge215/2012 per favorire l’accesso delle donne alle assemblee elettive, in sostanza per far eleggere un maggior numero di donne nei consigli comunali e ,prossimamente, addirittura con un tetto del 40% , nei consigli regionali. A 70 anni dal primo voto delle donne italiane, esercitato proprio alle comunali del 10 Marzo 1946, la parità di genere nella rappresentanza  politica, è di là da venire. Infatti la scelta della preferenza per eleggere i consiglieri comunali cade a maggioranza su nomi maschili, per questo si è reso necessario avere una disposizione che favorisse l’ingresso delle donne nelle assemblee ellettive.

La doppia preferenza di genere, ha debuttato, nella disinformazione totale di media e segreterie di partito, alle amministrative del 2013 e, sebbene, come ebbe a dire l’allora Guardasigilli Cancellieri fu “ un’occasione persa per le donne” che non usufruirono di questa possibilità,portò all’aumento del 38% di rappresentanza femminile all’interno dei consigli comunali. Aumento significativo che dimostra l’importanza di misure quali la doppia preferenza di genere, essendo il nostro un Paese profondamente maschilista nell’ambito della gestione del potere, infatti, senza questa misura, la rappresentanza femminile sarebbe numericamente non rispondente alla realtà dato che la maggioranza del corpo elettorale e della popolazione in genere, è,appunto, donna. Doppia preferenza di genere significa che sulla scheda elettorale troviamo due righe, potendo scrivere due nomi: uno di donna, uno di uomo. Importante è scrivere il nome di donna nella prima riga perché al fine del conteggio dei voti conta anche la posizione sulla scheda.

IL FATTORE D

Dobbiamo, noi donne, superare l’atavica nostra diffidenza verso le altre donne, scrivere una preferenza al femminile senza se e senza ma, senza farci troppe domane ,perché , ricordiamolo, su questo contano gli uomini per vincere, ben sapendo che mai nessuno chiederà ad un uomo merito e competenza a prescindere. I vantaggi del colorare di rosa i consigli comunali?  Poter decidere con la mente di una donna non solo i provvedimenti inerenti le donne, ma quelli inerenti tutta la politica della res pubblica che gioverebbe dell’efficienza, della concretezza e, soprattutto in questo momento, della incorrutibilità delle donne. Il Fattore D è determinante per un Paese e , purtroppo, essendo da noi sottorappresentato nei luoghi del decidere, non può esprimere appieno tutte quelle possibilità che , secondo Bankitalia, varrebbero da sole 7 punti di PIL.. Da noi le donne manager sono il 15%, faticosamente raggiunto con la Legge 120, contro il 25% della media europea, da noi la natalità è pari a zero, eppure le donne non “lavoratrici” sono oltre il 50%. E’ infatti dimostrato che nei Paesi dove l’occupazione femminile è quasi totale, si fanno più figli, proprio per le migliori condizioni economiche che vengono a crearsi.La doppia preferenza di genere deve servire a questo, perché se nel 1946 furono elette nei consigli comunali 2000 donne e 4 Sindache, su 5722 comuni, oggi la situazione non varia di molto essendo inoltre ora 8000 i comuni.

DOPO 70 ANNI POCO E' CAMBIATO

Se dopo 70 anni, nonostante disposizioni, norme, statuti, le giunte che dovrebbero essere paritarie, ossia con uguale numero di assessori e assessore, ancora vengono disattese, tanto che TAR e Consiglio di Stato devono porci rimedio con sentenze sempre più  esaustive,se dopo 70 anni dobbiamo ricorrere a norme per favorire l’ingresso delle donne nelle assemblee elettive, dobbiamo porci ,prima di tutto noi donne, la domanda “perché”? e dobbiamo darci una risposta: perché siamo rimaste inermi, abbiamo accettato condizionamenti che hanno pescato nella nostra genetica diffidenza verso le altre donne,  cosa che non possiamo più permetterci perché da noi esiste un vulnus paradossale: siamo l’unica maggioranza che vive in minoranza. Per questo dobbiamo dare adito ad una cordata, dobbiamo esprimere quella preferenza per una donna, magari turandoci il naso, ma dobbiamo esprimerla, dobbiamo dimostrare una maggiore coesione tra di noi per cambiare e far capire al maschile politico che ancora non comprende il femminile che parla, che si afferma, che invade i loro territori. Per contrastare la violenza, per favorire  politiche per la natalità, per il lavoro, la famiglia, i giovani, gli anziani , occorre una politica che pensi come una donna, che travalichi le conflitualità, che superi ostacoli legati a personalismi.

Noi donne, iper critiche l’una verso l’altra, sappiamo, però, anche, al bisogno superare gli steccati ideologici ed unirci per combattere battaglie che interessino il bene comune declinato al maschile ed al femminile. Per questo è importante non perdere nuovamente questa occasione, essendo  la prima volta la doppia preferenza di genere, applicata ai grandi comuni e città metropolitane a loro collegate,   per questo come 70 anni fa dobbiamo con entusiasmo votare da donne per le donne, perché in ogni consiglio comunale si sia di peso e non ci siano più scusanti alla giunta paritaria che le donne non sono state elette perché prive di consenso.Abbiamo la possibilità di crearlo il consenso: non perdiamola.

24/03/2016
Angela Ronchini - Presidente Articolo 51
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