INTERVISTE
Moratti e Sala: il nostro bilancio di Expo

La versione integrale delle domande e risposte  al Commissario unico e alla ex sindaco che fanno parte del servizio di copertina del numero di Job, in distribuzione di questi giorni, dedicato,  all'esperienza dell'Esposzione universale appena conclusa e futuro (non solo) dell'area di Rho. 

Nel fare un primo bilancio di Expo 2015 pensando come questa esperienza può essere utile a progettare il futuro, tra gli altri siamo andati a sentire due protagonisti assoluti di questo aavvenimento sotorico per Milano. Il primo Giuseppe Sala, commissario unico e amministratore delegato di Expo spa, è più che mai sulla cresta dell'onda: sembra ormai certo che correrà con il centrosinistra per sostituire Giuliano Pisapia al vertice del Comune di Milano. La seconda a Palazzo Marino c'è già stata: Letizia Moratti è infatti il sindaco che ha portato Expo a Milano.
Le due interviste a cura di Benedetta Cosmi  sono inserite nella storia d copertina del numero di dicembre di Job dove si fa il punto delle idee e dei progetti del dopo Expo.
GIUSEPPE SALA
L'esperienza dell'Esposizione Universale cosa insegna?

Expo Milano 2015 ci ha insegnato e ricordato che l’Italia è un Paese competitivo a livello internazionale in quanto a capacità organizzativa e gestionale, a innovazione tecnologica e creatività. Ha poi permesso a milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo di scoprire le eccellenze agroalimentari delle nostre regioni e la cultura delle nostre città. Direi che più di ogni altra cosa l’Esposizione Universale ci ha insegnato a fare gioco di squadra.

  1. I mondi della politica, dell'economia, del sociale, come hanno interagito in questo Expo: "Nutrire il pianeta, energia per la vita"?

L’Expo che si è da poco conclusa è stata un affascinante laboratorio di collaborazione tra istituzioni, aziende e Terzo Settore. Ogni attore coinvolto nella realizzazione del progetto ha fatto la sua parte, confrontandosi con gli altri e cercando soluzioni concrete per rendere il più efficiente possibile l’organizzazione e la gestione della manifestazione. Expo Milano 2015 ha avuto il grandissimo merito di aver attivato un circolo virtuoso destinato a durare nel tempo.

  1. Cosa ha significato per lei rappresentare Milano, l'Italia davanti al mondo?

Per me è stato un grandissimo onore. Durante i sei mesi di Expo Milano 2015 ho accolto e parlato con oltre 60 Capi di Stato e di Governo, oltre ad aver guidato alcuni personaggi di spicco a livello internazionale alla scoperta del sito espositivo. Non posso che ricordare con orgoglio sia i 184 giorni di eventi e incontri che hanno caratterizzato il mio vivere quotidiano in Expo sia i duri mesi che hanno preceduto l’apertura. Amministrare, gestire e organizzare questa manifestazione non è stato facile. E non era né banale né scontato raggiungere e superare l’obiettivo dei 20 milioni di visitatori che ci eravamo proposti. Credo che per svolgere un compito di questo genere serva sicuramente determinazione, capacità di prendere decisioni e alla svelta, responsabilità e un’ottima squadra di collaboratori. Senza tutto ciò Expo Milano 2015 non avrebbe potuto ottenere il brillante riscontro di pubblico che invece ha ricevuto.

  1. Ricordiamo qual è stato il lavoro dalla giunta Moratti, che ha portato a questo Expo, e qual è stato il lavoro nella coalizione dell'attuale sindaco affinché riuscisse l'iniziativa. Ci aiuti.

Dall’assegnazione dell’Expo Universale a Milano da parte del BIE, nel 2008, ad oggi, quando l’Expo è stata realizzata, sono passati sette anni. In questo periodo si sono avvicendati diversi Governi, Presidenti del Consiglio, Ministri e anche sindaci. La Giunta Moratti ha certamente fatto un ottimo lavoro: tutti ricordano l’impegno profuso a livello internazionale per far vincere a Milano la candidatura all’Esposizione Universale. E bene ha fatto l’Amministrazione Pisapia che dalla Moratti ha ereditato l’impegno per questo straordinario evento. Nel corso dei sei mesi, la città di Milano ha saputo rispondere con efficacia alle esigenze dei turisti, sia in termini di trasporti sia di facilities di diversa natura - dalla ristorazione all’intrattenimento -: è stato realizzato un intero palinsesto di appuntamenti culturali raccolti sotto il nome di “Expo in città”.

  1. Cosa hanno "promosso" maggiormente i turisti arrivando nella città dell'Expo?

Milano è stata promossa nel suo complesso, per quel mix di innovazione, tecnologia, glamour, internazionalità e cultura che ha dimostrato di saper offrire ai visitatori. Non dimentichiamo che da maggio a ottobre, i musei cittadini hanno registrato il 50% in più di presenze rispetto all’anno scorso…

  1. Quale pensa possa essere stata una critica di cittadini e visitatori?

La critica dei visitatori, negli ultimi giorni di Expo Milano 2015, era l’elevata affluenza che rendeva difficile poter visitare agevolmente il sito espositivo. Ma il giudizio finale è comunque stato positivo. L’Esposizione Universale non era solo nei padiglioni dei Paesi. Grazie al tema forte e pervasivo dell’alimentazione, abbiamo potuto fare in modo che ogni momento vissuto sul sito espositivo – quindi non solo all’interno degli spazi espositivi dei Paesi partecipanti – trattasse questo argomento, suggerisse suggestioni, aprisse ad emozioni e riflessioni.

  1. Infine una domanda che mi è particolarmente a  cuore come organizzazione sindacale: un lavoratore di expo dove lo vedrebbe bene a lavorare da oggi?

Expo 2015 è una società che si è avvalsa – e si avvale tuttora - di numerose professionalità afferenti a differenti ambiti: dall’amministrativo al commerciale, dalla comunicazione al marketing, dalle relazioni internazionali a quelle istituzionali, dagli impiegati agli architetti, agli ingegneri, ai capicantiere, agli inservienti… Ora, l’esperienza sviluppata negli anni di preparazione e nei mesi di Expo Milano 2015, le relazioni che tutti gli addetti messi in campo hanno potuto instaurare e i contatti che hanno saputo attivare sono un patrimonio straordinario che, unito al bagaglio di competenze acquisite grazie al ritmo serrato di lavoro e al coinvolgimento completo nel progetto Expo, costituirà senza dubbio un perfetto biglietto da visita per il futuro lavorativo dei dipendenti di Expo 2015 S.p.A., qualunque sia il settore lavorativo in cui intendono operare.

LETIZIA MORATTI

1) Mentre si stanno smontando definitivamente i padiglioni dell'Esposizione Universale che Milano si è aggiudicata sette anni fa con lei sindaco, quale le mancherà di più: quale Paese ha espresso meglio la sua idea di Esposizione Universale?

Expo 2015 è stato un evento dal significativo valore simbolico, uno strumento di sviluppo per il nostro Paese e un’occasione per offrire un aiuto ai territori del mondo più bisognosi. È stata una fondamentale occasione per riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni a contraddizioni del nostro mondo.

Molteplici sono stati i padiglioni che mi hanno colpita positivamente: potrei ricordare l'Angola che è riuscita a trasmettere la cultura e l'anima di nazione africana attraverso la ricchezza e la diversità della sua storia e tradizioni, ma anche Israele e  le sue nuove tecnologie, gli Emirati Arabi attraverso la loro visione tra passato e futuro. E molti altri ancora. Ma certamente non posso dimenticare il Padiglione zero, dove Davide Rampello ha interpretato in modo positivo e profondo il messaggio della nutrizione.

L’ampiezza, l’intensità e la levatura del dibattito che ha accompagnato la manifestazione e il ruolo che hanno ricoperto a vario titolo  nazioni, istituzioni, enti, associazioni e imprese rappresentano una base solida su cui costruire il nostro impegno futuro.

Abbiamo dato buona prova di noi stessi e le nostre qualità sono state ancora una volta riconosciute, un buon viatico per condividere l’enorme patrimonio di saperi, competenze, capacità e qualità umane di cui il nostro paese è ricco.

2) I mondi della politica, dell'economia, del sociale, come hanno interagito in questo Expo, innanzitutto sul tema: "Nutrire il pianeta, energia per la vita"? che cosa doveva muovere dentro la città, dentro l'esposzizione e fuori?

L’anno che si sta per chiudere coincide con il traguardo che nel 2000 ci eravamo dati per affrontare alcune grandi questioni globali tramite un’agenda costruita dalle Nazioni Unite con la partecipazione di tutti i governi rappresentati, nota come Millennium Development Goals.

Proprio in questi mesi – ultimi gli incontri di Addis Abeba a luglio e New York a settembre – è stata messa a punto una nuova agenda che guarda al 2030 e che comprende 17 nuovi capitoli sotto il cappello di Sustainable Development Goals.

Sono convinta che i sei mesi di EXPO Milano 2015 abbiano costituito un’esperienza preziosa di cui fare tesoro per poter esprimere con più efficacia il grande potenziale che l’Italia può offrire al perseguimento di obiettivi globali tanto importanti.

"Nutrire il pianeta, energia per la vita", il tema che avevo scelto per Expo,  aveva caratteristiche importanti. Innanzitutto la trasversalità rispetto a molte delle sfide della sostenibilità: sradicare la povertà, la fame, migliorare la salute, il livello di istruzione, aspettativa di vita, salute, ruolo delle donne e protezione dell’infanzia, cambiamenti climatici… sono innumerevoli i campi in cui la qualità e la sicurezza alimentare ricopre una funzione essenziale alla messa a punto e implementazione di soluzioni durature e sostenibili. Secondariamente il fatto che proprio nel 2015 quell’insieme di temi cui sarebbero stati oggetto di un ampio confronto internazionale in vista del traguardo dei Millennium Development Goals avviati nel 2015 e del lancio dei Sustainable Development Goals 2030. Infine la forza universalmente riconosciuta dell’Italia in materia che poteva costituire una solida base per un rilancio internazionale del paese.

3) Ricordiamo qual è stato il lavoro dalla giunta Moratti, che ha portato a questo Expo, e qual è stato il lavoro nella coalizione dell'attuale sindaco affinché riuscisse l'iniziativa. Ci aiuti.

La scelta ella candidatura nel 2008 e del tema rispondevano a una precisa visione strategica. Innanzitutto sapevamo che Milano e l’Italia avevano bisogno di rinnovare il proprio posizionamento strategico. Fu un buon suggerimento dell’allora Segretario Generale OCSE quello di consigliarci un evento bandiera. Tra gli eventi internazionali che pensavamo potessero avere più efficacia scegliemmo l’Esposizione Universale, più appropriata al nostro scopo rispetto, per esempio, a eventi sportivi. Ma la condizione necessaria era che scegliessimo un tema denso di potenzialità.

È con questa visione che abbiamo presentato al governo l’ipotesi della candidatura. L’allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ne ha colto immediatamente le potenzialità, così come il suo Ministro per gli Affari Esteri, Massimo D’Alema. La conseguenza è stata la messa a punto di un metodo di lavoro assolutamente efficace, con una cabina di regia costituita presso la Presidenza del Consiglio capace di raccordare istituzioni ed enti nazionali e locali, imprese, università e organizzazioni del Terzo Settore orientandone l’azione in modo assolutamente efficiente.

Un modello che suggerirei di adottare anche per future occasioni analoghe.

EXPO 2015 è stato concepito fin dal suo inizio proprio come un’occasione internazionale di cooperazione: tra comunità, esperti, associazioni, rappresentanti istituzionali, aziende private e aperta alla più ampia partecipazione da parte dei cittadini.

Ma non solo. Negli anni della costruzione della candidatura e del consenso abbiamo avuto l'opportunità di sviluppare una forte rete di relazioni internazionali e di accordi bilaterali che sono andati a rafforzare la forte attività di cooperazione multilaterale del nostro paese.

Se l’aria nuova che si è respirata a Milano in questi mesi potesse percorrere l’intero territorio nazionale, sono certa potrebbe contribuire a risvegliare fiducia e voglia di mettersi in gioco, soprattutto tra le nuove generazioni.

10/12/2015
a cura di Benedetta Cosmi
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