Assemblea-presidio questa mattina in Piazza Fontana a Milano contro la decisione della Fondazione. Coinvolti 5.500 lavoratori in diverse regioni, ma soprattutto in Lombardia.
Assemblea- presidio questa mattina in piazza Fontana dei lavoratori della Fondazione Don Gnocchi che chiedono il ritiro della disdetta unilaterale del contratto nazionale di lavoro da parte della proprietà .Un presidio partecipato, con le persone che hanno manifestato in modo civile; ma con tanta amarezza e tristezza per come si sta comportando "la Don Gnocchi". Il senso di appartenenza dei dipendenti era il valore aggiunto; un valore che la Fondazione sta calpestando. Una delegazione sindacale è stata ricevuta in arcivescovado e al più presto sarà organizzato un incontro tra Fondazione e sindacati.
I dipendenti della Fondazione Don Gnocchi, presieduta da monsignor Angelo Bazzari, protestano da tempo per la disdetta unilaterale del contratto di lavoro con decorrenza dal 6 dicembre. I conti della Fondazione non sono floridi: c’è stata una diminuzione delle donazioni dei privati sommata ad errori gestionali. I sindacati due anni fa hanno concesso alla Onlus milanese due ore in più di lavoro a settimana non retribuite e la rinuncia a due giorni di ferie per ciascun addetto. Per la Don Gnocchi lavorano 5.500 dipendenti in otto regioni (la metà in Lombardia) in regime di accreditamento con il servizio sanitario nazionale nel segmento dell’assistenza ai disabili. Antonio Tira della Fp-Cisl Lombardia: «Abbiamo sempre mostrato senso di responsabilità mentre la direzione mi sembra che lo abbia completamente smarrito ed è singolare che una Fondazione legata alla Curia di Milano imposti le relazioni con i dipendenti in questo modo, usando la disdetta unilaterale a cui ricorre il padronato privato più aggressivo. Così si calpestano i valori di coesione ribaditi anche nel testo dello Statuto Don Gnocchi».