“La proposta del Governo per le aree di Rho ha un pregio: dare una prospettiva concreta e strategica al post Expo. Troppo a lungo si è discusso sul post Expo con la logica di sistemare sulle aree qualcosa di utile, per qualcuno. Ora, sempre che le anticipazioni corrispondano al vero, il governo sembra orientato ad entrare nel progetto da protagonista e a sostenere un progetto decisamente nuovo, perché ‘Human Technopole Italy 2040’ può essere la chiave di volta per costruire un polo della ricerca e dell’innovazione legato anche alle discipline che hanno fatto grande Expo. Perché guardare al futuro della ricerca, dell’innovazione e del lavoro, come se fossimo imprigionati nella cultura localistica, sarebbe profondamente sbagliato. Certo occorrono risorse e determinazione, perché il rischio della ‘cattedrale nel deserto’ è sempre dietro l’angolo.

Resta aperto l’interrogativo sulle proposte valide, in sintonia col tessuto economico milanese, per gli spazi che a breve potrebbero essere impegnati, come le aree dismesse dalle ferrovie e dal demanio militare. Penso in primis al campus dell’Università Statale ma anche alla proposta del Teatro alla Scala per i laboratori. Sarebbe utile un approfondimento col ministro Franceschini perché il futuro della Città Metropolitana non può fare a meno della cattedrali della cultura. Guardiamo con interesse alle opportunità che si stanno concretizzando, nella certezza, però, che un confronto ravvicinato col mondo del lavoro, non potrebbe che aiutare i progetti in campo”.