In sciopero i lavoratori della grande distribuzione organizzata. Da 22 mesi attendono il rinnovo del contratto nazionale.
Il 7 novembre i lavoratori delle aziende della Grande Distribuzione Organizzata facenti capo a Federdistribuzione incroceranno le braccia. Sono 22 mesi che le lavoratrici e i lavoratori attendono il rinnovo del contratto nazionale; in questi 22 mesi Federdistribuzione ha continuato a sostenere posizioni assolutamente inaccettabili, avanzando richieste atte a far ricadere sugli addetti del settore non solo i costi della crisi ma anche quelli derivanti dal rinnovo del contratto. E’ improponibile chiedere ai lavoratori di restituire le ore di permesso retribuito, di cancellare gli scatti di anzianità, di evitare che la tredicesima e la quattordicesima incida sul conteggio del TFR, di ridurre di due giorni il periodo di ferie e la lista potrebbe continuare.Questo atteggiamento è inaccettabile e ha costretto le segreterie nazionali di Filcams-CGIL, Fisascat-CILS e Uiltucs-Uil a proclamare due giorni di sciopero.
Il primo giorno di astensione dal lavoro sarà sabato 7 di novembre. Le segreterie milanesi di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl Milano Metropoli, Uiltucs-Uil, hanno deciso di effettuare dei presidi davanti alle filiali più significative delle aziende della GDO presenti sul territorio per spiegare alla clientela le motivazioni della protesta.
"Questa prima giornata di sciopero - commenta Luigino Pezzuolo, segretario generale Fisascat Milano Metropoli- a sostegno della vertenza per il primo CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) di un nuovo settore nato dallo scorporo di alcune aziende della Gdo (Grande distribuzione) dalla casa di Confcommercio ma anche per il rinnovo dei CCNL della Distribuzione cooperativa e di Confesercenti, è molto importante
Questo contratto parte da una serie di difficoltà e di richieste da parte della controparte a cui dobbiamo dire NO perché non possiamo permetterci di destabilizzare i diritti minimi dei lavoratori . Auchan, Carrefour, Bennet, Legler Market e Coop, non hanno applicato per i propri dipendenti il contratto collettivo rinnovato a marzo con Confcommercio, con la conseguenza che i lavoratori si vedono negati diritti quali scatti di anzianità e aumenti nella retribuzione per il lavoro domenicale e notturno Abbiamo la certezza che stiamo chiedendo una cosa giusta. Non vogliamo - conclude Pezzuolo- che i lavoratori siano sempre più esposti in un sistema anarchico di aperture sette giorni su sette e ventiquattro ore su ventiquattro".