Saracinesca abbassata nel locale dei "paninari". Finazzi, Fisascat Cisl: "L'azienda non ha dato nessun preavviso". Scioperi in vista.
E’ finita un’epoca. Mc Donald’s ha improvvisamente deciso di chiudere il proprio punto vendita di piazza San Babila, a Milano, per “finita locazione dell’immobile”. Un fulmine a ciel sereno, che ha colto di sorpresa tutti, anche i sindacati. Perché l’azienda ha agito unilateralmente, senza preavviso. Quello “sanbabilino” è stato il primo fast food aperto nel capoluogo lombardo (nel 1984, con il nome di Burghy, il marchio è stato acquisito da Mc Donald’s successivamente).
Un locale, un luogo di ritrovo, in qualche modo, mitico. Qui, negli anni Ottanta è nato quel fenomeno di costume che ha preso il nome di “paninari”: una generazione di ragazzi e ragazze, che ha fatto dell’abbigliamento firmato (piumino Moncler, jeans Armani, felpe Best Company, scarpe Timberland, cinture El Charro, calze Burlington, camice e borse Naj-Oleari…), della musica pop inglese (Duran Duran e Spandau Ballet su tutti), di uno slang tutto nuovo (la “sfitinzia”, il “panozzo”, i “sapiens”, il “cucador”) e del combinato hamburger-patatine fritte-Coca Cola, il proprio stile di vita.
La cronaca, ora. Domenica scorsa, attorno alle 14.30, due supervisori della multinazionale americana si sono presentati, senza nessun preavviso, all’ingresso. Quindi hanno consegnato una lettera ai lavoratori di turno, intimandogli di andarsene. Poi, giù la saracinesca e chi si è visto si è visto. Dei furgoncini avrebbero già portato via tutti gli alimenti necessari a confezionare i panini. L’iniziativa ha fatto molto arrabbiare i sindacati.
“Sapevamo che prima o poi il ristorante di San Babila avrebbe chiuso – spiega Francesca Finazzi, operatrice della Fisascat Cisl milanese – e proprio per questo avevamo chiesto, più volte, al management un appuntamento per affrontare la questione. L’ultima lettera risale al 3 giugno scorso. L’azienda ci ha risposto a voce, dicendo di non ritenere necessario un incontro, perché la chiusura non era imminente. Le cose, come si è visto, sono andate diversamente”.
Nessuno dei 44 lavoratori in forza in San Babila sarà licenziato (verranno trasferiti in altri ristoranti a Milano e qualcuno in Brianza), ma i sindacati contestano il metodo adottato.
“Era tutto organizzato – aggiunge Finazzi -, hanno scelto la domenica apposta, quando nessun delegato sindacale era presente nel ristorante. A due avevano proposto di andare in ferie, mentre un terzo era in malattia. Abbiamo cercato da subito di contattare i responsabili delle relazioni sindacali dell’azienda, ma finora non abbiamo avuto risposte. Ora ci stiamo organizzando per una forte mobilitazione. Due locali del centro storico hanno già scioperato e presto organizzeremo altre iniziative”.
L’azienda ha giustificato la chiusura con la fine del contratto di locazione. La proprietà (un’importante società assicurativa) avrebbe offerto il rinnovo a prezzi altissimi, quasi a spingere verso la rottura del rapporto. Nei locali, secondo quel che si dice, dovrebbe entrare una grande firma della moda. Intanto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Ultucs Uil, hanno contattato gli avvocati per avviare una causa unitaria contro Mc Donald’s per attività antisindacale. Come direbbe Enzo Braschi, il “paninaro” di Drive In: “Troppo giusto!”.