Da Platina a via Lecco l'alimento simbolo della tradizione mediterranea viene fatto al momento e servito con condimenti vari. Anche all'aperitivo.
Risale all'anno della scoperta dell'America, il 1492, il primo documento che oggi chiameremo “ricetta” che illustrava come veniva fatta la pasta, che origine aveva e come condirla. Lo scriveva l’umanista Bartolomeo Sacchi da Cremona detto Platina, chiamando il prodotto principe della tradizione culinaria italiana “vivanda dicta vermicelli”.
Da oggi Platina a Milano diventa un nuovo concept store, specializzato in produzione artigianale, vendita diretta e somministrazione di pasta fresca e secca di altissima qualità. Nell'anno di Expo, a Milano non poteva mancare la "boutique" dell'alimento principe della tradizione culinaria italiana, la pasta, fatta artigianalmente in loco pronta per essere consumata. Nel negozio si vendono e si assaggiano formati di pasta prevalentemente corta, prodotti in diversi ingredienti nell’ottica di una diversificazione del target (semola classica, integrale, al kamut…) e distribuiti, venduti e somministrati all’interno del punto vendita/ristorante, in via Lecco numero 18 (tel.02/29522711, www.platinapasta.it ) nel sempre più vivace quartiere di Porta Venezia.
Platina viene descritto dai titolari come la risposta milanese a una domanda di pasta secca e fresca sfusa di altissimo pregio, "un ambizioso tentativo volto ad abolire il comune principio per cui questo prodotto alimentare sia unicamente patrimonio dell’Italia del Sud e che si pone come principale scopo quello di introdurre in una realtà urbana il primo mulino".
Milano, città sempre più cosmopolita e diversificata, costituisce lo scenario ideale per lanciare questo nuovo modo di concepire la pasta, finalmente acquistabile in boutique con Platina. Un alimento artigianale, universalmente amato e riconosciuto, che con questo nuovo format basato sull’altissimo pregio e sull’elevata qualità combinata alla distribuzione e somministrazione al dettaglio, consente ai milanesi e al pubblico internazionale di scoprirne il vero sapore autentico, spesso penalizzato dalle più note produzioni industriali.