LAVORO
Poste: l'ad Caio sbaglia i conti sull'assenteismo

Roscigno, Slp Cisl Milano: il manager fa populismo e cerca di addossare ai dipendenti le colpe del suo fallimento.

“Sui tassi di assenteismo l’ad di Poste Italiane, Francesco Caio, ha sbagliato i conti”. Lo sostiene, dati alla mano, il segretario generale della Slp Cisl milanese, Raffaele Roscigno.


“Le assenze giornaliere dal servizio – spiega Roscigno -  raggiungono infatti il 3,3% dei lavoratori e non l’8-9% sbandierato dal manager, pagato con 1,2 milioni di euro l’anno dai contribuenti  italiani. Rifaccia meglio i calcoli”.


Secondo il sindacato, nei presunti 13.000 assenteisti giornalieri, l’ad di Poste Italiane, inserisce anche i lavoratori assenti dal servizio perché, come previsto dalle leggi, devono assistere famigliari anziani o portatori di handicap, oppure le lavoratrici in maternità, o chi è affetto da gravi malattie o ha subito infortuni sul lavoro.


“L’ingegner Caio – conclude Roscigno – fa populismo e cerca di addossare ai dipendenti le colpe del suo fallimento. Ha definito i sindacati ‘conservatori’: è vero, vogliamo conservare il posto ai lavoratori e non gli permetteremo di sfasciare l’azienda, abbandonata a se stessa da ormai 14 mesi da parte del nuovo management”.

10/07/2015
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