SICUREZZA
Trenord, ferroviere aggredito a colpi di machete

E' successo ieri sera alla fermata di Villapizzone  durante un controllo, la vittima rischia di perdere un braccio. Ferito alla testa anche un collega. Fermati due presunti aggressori. Abimelech (Fit/Cisl): "Le aggressioni al personale sono all'ordine giorno. E' da tempo che lo denunciamo, ora è arrivato il momento d'intervenire seriamente". Galvagni (Cisl): Milano è una pentola a pressione, bisogna reagire.

“ E’ possibile rischiare la vita solo per aver chiesto a dei passeggeri se erano in possesso del biglietto”. Giovanni Abimelech, segretario regionale della Fit/Cisl, è visibilmente turbato. Sta per andare all’assemblea che i lavoratori di Trenord hanno spontaneamente convocato per decidere come rispondere alla brutale  aggressione dell'altra. I fatti. Ore 21,50 di giovedì sera, fermata delle Nord di Villapizzone, periferia di Milano. Il controllore, 30 anni, chiede a un gruppo di  cinque o sei passeggeri, il biglietto, che non hanno. La discussione degenera presto in aggressione  quando uno dei passeggeri tira fuori dallo zainetto un machete e colpisce il controllore a un  braccio. Un collega fuori servizio interviene in soccorso  e rimedia una botta in testa. Il macchinista, terrorizzato, chiuso in cabina.  Lungo la banchina una scia di sangue. Sembra la scena di un film sulle baby-gang ma purtroppo, è realtà.

“Il braccio – racconta Abimelech- è rimasto attaccato al resto del corpo per un centimetro di muscolo. L’altro collega se l’è cavata, si fa per dire, con dieci punti di sutura, ma ha rischiato che gli sfondassero la testa. Incredibile, assurdo ma, purtroppo, non mi meraviglio più di tanto. Sapevo, tutti sapevamo ,  che un fatto del genere poteva succedere. Le aggressioni al personale, gli stessi  che qualche Tg satirico deride perché non corrono dietro a chi non paga il biglietto, sono all’ordine del giorno. Lo abbiamo denunciato. Alle aziende, alle forze dell’ordine, alla Prefettura ma , finora, niente si è mosso.  Anche gli aggressori sono gli stessi che in metro saltano i tornelli. Giovani o meno giovani, italiani o stranieri, sono semplicemente dei delinquenti che vanno perseguiti e condannati.  Certo non con misure demagogiche  e strumentali come quella dell’assessore regionale  Sorte che ha dichiarato di voler mettere dei vigilantes  che “sparano a vista”. Non  diciamo fesserie, non scherziamo.  Lasciamo da parte le strumentalizzazioni. Qui la questione è seria e in gioco c’è l’incolumità delle persone. E’ un problema  di ordine pubblico –prosegue Abimelech- che deve essere gestito in prima persona dalle Forze dell’ordine con le quali, ovviamente, siamo, come sempre, disposti a collaborare. Il fenomeno riguarda tutti i mezzi (treni, metro, autobus e tram) e tutte le zone della città. C’è una delinquenza sempre più diffusa e impunita. Bene, benissimo la prevenzione, ma la repressione non può attendere. Non è immaginabile che si verifichi un altro fatto come quello di ieri sera”.

Intanto, su fronte delle indagini, sono stati fermati due giovani sudamericani che potrebbero far parte del gruppo degli aggressori. Per quanto riguarda le condizioni dei feriti sembra che, a differenza di quello che si pensava in un primo momento, il capotreno perso a colpi di machete non rischi più l’amputazione  del braccio.

GALVAGNI - Sul clima che in questi giorni si sta vivendo a Milano è intervenuto anche Danilo Galvagni segretario generale  di Cisl Milano: “Milano è una pentola a pressione pronta ad esplodere”. A parlare è il segretario della Cisl milanese, Danilo Galvagni, che analizza la situazione drammatica delle ultime ore. “Nessuno vuol fare dell'allarmismo ma l’aggressione di stanotte contro alcuni ferrovieri, feriti gravemente da una banda armata e organizzata, è un segnale drammatico, non isolato, che va raccolto immediatamente. I lavoratori di Trenord reagiranno ma ciò che manca è la presenza delle istituzioni. Alla stazione Centrale, dove da mesi arrivano poveri disperati sopravvissuti alla traversata del Mediterraneo, salvo le associazioni di volontariato, non c’è nessuno in grado di agire. Siamo all’emergenza sanitaria e non un rappresentante del governo ha saputo affrontare la situazione, per lo meno, organizzando l’accoglienza in uno spazio degno. Milano barcolla ma occorre reagire, subito”, conclude Galvagni.

CGIL-CISL-UIL - Le federazioni di categoria dei sindacati confederali, hanno messo un comunicato unitario: "Nella serata di ieri 11 giugno, si è verificato l’ennesimo grave episodio di aggressione sui treni della Lombardia. I nostri colleghi Carlo e Riccardo, in servizio sul treno 20673, sono stati barbaramente aggrediti a colpi di macete da un gruppo di giovani che si sono rifiutati di esibire il biglietto alla fermata di Milano Villapizzone. Ai colleghi coinvolti ed alle loro famiglie va tutta la nostra solidarietà. Nei prossimi giorni troveremo il modo di rendere concreta questa solidarietà" affermano in una nota congiunta Filt-Cigl, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Fast, Ugl, Faisa e Ora.

"L'episodio - proseguono i sindacati - è dei più crudeli ed agghiaccianti e tocca la coscienza di tutti, azienda Trenord ed Istituzioni in primis. Com'è possibile che in una città come Milano, a due passi dal quartiere Expo Fiera Milano, si possa andare in giro indisturbati con un macete in mano?
Le responsabilità di ciò che è successo ieri sono molteplici. Le Imprese ferroviarie devono farsi carico della sicurezza del proprio personale e le Istituzioni locali devono garantire la sicurezza dei cittadini che utilizzano i treni e di coloro che lavorano negli ambienti ferroviari. Purtroppo, il personale front- line delle Imprese ferroviarie, quello degli addetti di stazione e delle pulizie dei treni ed i cittadini che utilizzano il servizio vivono quotidianamente una condizione ambientale di insicurezza e le campagne stampa o le azioni di prevenzione messe in campo da Trenord, Trenitalia ed organi di Polizia non sono sufficienti a risolvere il problema. Per questo motivo, chiediamo a Trenord ed alle associazioni pendolari di mettere in campo assieme a noi un'iniziativa forte nei confronti di Regione Lombardia e dell'associazione dei Comuni per affrontare seriamente il problema sicurezza attraverso un controllo più efficace del territorio e delle stazioni. Oggi, 12 giugno come formale atto di protesta, abbiamo indetto uno sciopero di tutti i lavoratori di Trenord consistente in una fermata simbolica dei treni e dell'intero personale, nella prima stazione utile, dalle ore 12,00 alle ore 12,15".

12/06/2015
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