LA CODA DELLA COMETA
Donne a Milano negli anni Sessanta e Settanta

Una raccolta di autobiografia di genere, tra testimonianza e tributo. Dieci donne raccontano la loro vita, i loro sogni e le loro lotte all'epoca della contestazione.

La donna viene abbracciata nella sua interezza dai numerosi temi trattati da “La coda della cometa. Donne di Milano. Storie degli anni Sessanta e Settanta” la raccolta di storie narrativo-autobiografiche, presentata l’8 marzo in occasione della festa della donna. La curatrice Luisa Fressoia, pedagogista ed esperta di scrittura autobiografica, commenta: “Questo libro non vuole dare delle risposte ma sollevare dei quesiti e degli spunti di riflessione. È il nostro modo di fare politica alternativo, non guidato da logiche di potere e di dominio, ma dalla capacità di costruire contesti di relazione e mantenerli. È un modo di fare politica al fine che questi valori, queste vite di impegno, queste conquiste vengano trasmesse alle nuove generazioni che stanno vivendo un momento difficile in cui la nozione di speranza è assai poco presente. Il contesto non permette di averne tanta, ma bisogna averla perché le risorse ci sono e vanno conquistate, magari reinventando nuove strade, nuovi significati, nuove lotte”.

Le dieci autrici si raccontano, dialogano con la propria interiorità e il testo che ne scaturisce, in linea con la giornata al femminile, è testimonianza della differenza delle donne e del loro modo di stare al mondo, un tributo alla loro forza di rinnovamento.

Dieci voci femminili, che rivivono con grande umanità e profonda intimità una Milano e un periodo storico attraversati da forti cambiamenti nel mondo del lavoro, della cultura e della religione, nella politica e nei rapporti di coppia. “Sono stata spinta a raccogliere queste storie e non lasciarle disperdere perché il nostro compito era quello di incontrarci e riflettere sul passato di quegli anni e trovarne possibilmente anche dei riferimenti nuovi” spiega Fressoia. Piccole storie personali quindi, capaci però di dare un grandissimo contributo alla Storia ufficiale, storie che fanno la Storia, proponendo punti di vista diversi e mettendo a fuoco sempre nuovi aspetti.

“È un libro che racconta la vita e un’epoca in modo non ideologico – continua la curatrice - proprio perché è la vita che scorre, più forte di ogni schema concettuale e questo ci ha permesso di superare le contrapposizioni che come dice Luisa Muraro, una delle femministe storiche di Milano, spesso ci intrappolano e impediscono di progredire, di trovare nuove soluzioni”.

Il metodo scelto, il racconto autobiografico, permette di fare i conti con la propria storia, rielaborandola grazie alla scrittura e alla distanza, mantenendo al contempo una forte aderenza alla realtà, al contesto culturale e sociale in cui le storie personali sono inserite. Segue poi un secondo momento molto importante di restituzione della propria esperienza di scrittura all’interno del gruppo. Attraverso una serie di incontri, che hanno scandito e accompagnato la scrittura prima della raccolta dei testi, la dimensione intersoggettiva ha assunto grande importanza, permettendo di riascoltarsi, attivare un nuovo processo di conoscenza personale e di comprensione degli eventi.

Il gruppo di autrici è volutamente eterogeneo: donne con esperienze di vita diverse, con idee politiche e religiose spesso distanti, ognuna delle quali ha contribuito all’arricchimento di questo percorso. Alla prima presentazione del libro Silvia Vegetti Finzi, psicoterapeuta per i problemi dell'infanzia, della famiglia e della scuola, le ha descritte così: “voi donne avanzate in questo libro con l’orgoglio e la forza di chi sta entrando nella Storia e poi nulla è più come prima”

Orgogliose, un po’ nostalgiche, ma sorridenti, a tratti commosse, ma sempre consapevoli dei diritti e delle conquiste frutto di quelle rivendicazioni femminili che hanno portato alla valorizzazione della donna e che continuano a riproporre l’uguaglianza come diritto naturale, come parità di possibilità e di scelte. Queste sono le donne che si raccontano nelle pagine del libro. Alcune di loro si sono ritrovate nostalgiche, altre addirittura orfane di quel “periodo magico” e altre ancora sono arrivate a condannarlo per via di problemi tutt’ora irrisolti affrontati nuovamente in quelle storie così fresche, intime e in qualche modo attuali che ci si immedesima facilmente correndo fra le pagini a gridare “libertà” insieme a Marina o riflettendo con Maria Pia sul ribaltamento dei valori e la riorganizzazione sociale che ha comportato e comparta l’emancipazione femminile.

17/03/2015
Laura Pampolini
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