Lo show comico attira i giovani. E da quest’anno avrà anche il professor Enzo Fischetti a tradurre battute “troppo terrone”.
In un panorama televisivo sempre più dominato da talent e reality è già una buona notizia il ritorno di un programma comico. Lo ha presentato Rai2, a Milano, un dettaglio non trascurabile visto che si tratta di Made In Sud, lo show della comicità meridionale, in partenza da martedì 3 marzo alle 21.10 con la conduzione di Gigi e Ross, Fatima Trotta ed Elisabetta Gregoraci.
Tornano quindi i quattro giovani conduttori, i quaranta comici, le otto ballerine e la musica in tv con un’incursione milanese, grazie alla presenza del professor Enzo Fischetti che avrà il ruolo indispensabile di tradurre “le battute troppo terrone” come dice lui stesso.
L’operazione della Rai punta al ringiovanimento della seconda Rete. Con uno share vicino al 10% della scorsa edizione è migliorata l’età media del pubblico (più vicina ai 40 anni, quindi più interessante per gli inserzionisti pubblicitari. E soprattutto quella che parte la settimana prossima si annuncia come una rassegna di comicità che vuole mettere in relazione, con ironia, le differenze e le abitudini degli italiani, da qualunque regione sia la provenienza. “Siamo convinti che si ride uguale e per le stesse cose a Milano come a Napoli – commentano gli esplosivi Gigi e Ross – e questo fa piacere, anche se sottolineeremo le differenze. Milano ha avuto una grande tradizione di cabaret, paragonabile forse a quella teatrale che ha avuto Napoli. Ma i tempi sono cambiati e dobbiamo adeguarci. Anche noi faremmo magari una comicità diversa se ci fosse la possibilità di fare i 12 minuti di sketch come ai tempi di Cochi e Renato”. E invece Made In Sud dovendo stare al passo coi gusti e le velocizzazioni della tv contemporanea, offre personaggi e interventi che puntano sempre di più all’immediatezza della battuta e del colpo dritto subito. “Stiamo attingendo sempre più dal web – dicono i conduttori – e questo è in parte un bene perché la direzione è già tracciata. Lo spettatore non si annoia, è ormai abituato alla velocità e forse tra 20 anni il nostro programma sarà considerato sorpassato come lo è oggi Drive In. Ma succede perché è lo specchio dei tempi”.