Galvagni: "Il sindacato è in una fase di riorganizzazione determinata non solo da una società cambiata profondamente nelle forme del lavoro, ma anche a causa di una crisi che ha messo in discussione le forme della rappresentanza".
Come ogni quattro anni, la Cisl ha commissionato alla società S&G Kaleidos srl di Milano un sondaggio per capire qual è l’opinione dei cittadini e dei lavoratori sul sindacato in Lombardia. Il rilevamento di quest’anno è stato realizzato a settembre e presenta dati che mettono in luce la necessità di un cambiamento, e al tempo stesso il radicamento della Cisl nell’area dei servizi alle persone. Il 63,1% degli intervistati conosce i servizi offerti dalla Cisl. I più apprezzati sono la tutela del posto di lavoro 22,9%, l’informazione sui contratti 18,4% e l’assistenza fiscale 15,5% che, nella comparazione coi dati raccolti nel 2010 sale come attrattività del 15,5%. Sull’iscrizione ai tre maggiori sindacati, l’adesione dichiarata è per la Cgil del 28,5%, per la Cisl del 25,3% e per la Uil dell’11,2%. Ma solo la Cisl, negli ultimi quattro anni cresce di un punto.
“Sono moderatamente soddisfatto – spiega il segretario generale della Cisl Milano Metropoli, Danilo Galvagni -; occorre comprendere che il sindacato è in una fase di riorganizzazione determinata non solo da una società cambiata profondamente nelle forme del lavoro, ma anche a causa di una crisi che ha messo in discussione, oltre che la vita di molti lavoratori, le forme della rappresentanza. Valutando i dati della ricerca si nota una forte domanda dei cittadini e dei lavoratori, di rappresentanza, anche perché la politica ha perso gran parte dei riferimenti sociali di un tempo. E chi governa, a tutti i livelli, farebbe bene ad accettare il dialogo coi rappresentanti dei lavoratori. La Cisl in Lombardia e di Milano crescono di un punto rispetto a quattro anni fa, e questo fatto, per nulla scontato, parla del radicamento di cui si giova la nostra organizzazione. Occorre fare molto di più per i giovani, sia in termini di rappresentanza che dal punto di vista dell’offerta di servizi. E proprio i numeri dei servizi – aggiunge Galvagni - sono incoraggianti e non riguardano naturalmente solo i pensionati ma tutti i lavoratori attivi, c’è bisogno però di farli conoscere di più e questo è un impegno che ci assumiamo volentieri.
Abbiamo lavorato molto su questo versante, anche su una offerta di servizi fuori dal sostegno del governo ma creando anche, come nel caso dei Mediatori nella giustizia, opportunità nuove, rivolte sia ai lavoratori che ai professionisti. E la strada dei servizi – oltre a quella della contrattazione aziendale – può aiutarci a riconquistare la fiducia di chi accusa il sindacato – in qualche caso non a torto – di occuparsi troppo degli interessi di bottega. La Cisl è il sindacato del futuro perchè ha gli stessi problemi dei lavoratori e delle lavoratrici che si affacciano oggi al mondo dell’impresa. Essere Cisl è sempre stato scomodo: senza un partito, senza un giornale nazionale di riferimento, senza una bandiera storica, senza inni, povera di tutto. Sempre attenta però la Cisl a tutelare chi era privo di tutto. Un’organizzazione in grado di lottare, dire la sua, e impegnarsi per dare una mano, in azienda, in famiglia e nel Paese”.
Sui motivi che allontanano i cittadini dal sindacato (i non iscritti) è in testa “anche i sindacalisti pensano solo ai loro interessi, col 32,9% e cresce dell’1,6% dall’ultimo rilevamento, come “non credo che avrei qualche vantaggio” che si attesta sul 28,1%, aumentando di un 5%. Sul ruolo del sindacato le risposte riguardano l’insieme della società organizzata. Secondo il 46,4% “rappresentanza e tutela degli interessi dei lavoratori nei confronti della controparte (datori di lavoro)” e per il 35,5% “rappresentanza e tutela degli interessi dei cittadini/lavoratori nei confronti delle istituzioni locali e nazionali (servizi, fisco, scelte economiche ecc.)”. La conferma da uno degli ultimi quesiti: “Secondo lei il sindacato deve essere coinvolto e partecipare alle scelte? Le risposte: sulle scelte che riguardano le aziende, 21,5%; il governo e il Parlamento 18,3%; le regioni e degli enti locali, 14,2