IMMIGRAZIONE
Ingressi stabili, anche se non c'è lavoro

Aumentano quelli per i ricongiungimenti familiari. La maggioranza degli stranieri è contenta dell'Italia. Bove  (Cisl Milano): "Normativa ancora inadeguata e concentrata sui respingimenti".

I dati presentati oggi nel Dossier Statistico Immigrazione UNAR confermano una stabilizzazione della presenza in Italia di cittadini provenienti da altri Paesi: diminuiscono, infatti, i nuovi ingressi per motivi di lavoro, mentre rimangono costanti gli ingressi per ricongiungimento dei familiari e le nascite di bambini da genitori non italiani.

Interessante notare, inoltre, il costante aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana (26mila nel 2013 nella sola Lombardia) e il fatto che in alcuni territori, come la stessa Lombardia, il 60% dei regolarmente soggiornanti sono ormai titolari di un permesso di soggiorno permanente (ex carta di soggiorno).

“A fronte di questa fotografia, commenta Maurizio Bove, responsabile immigrazione di Cisl Milano Metropoli-  la normativa italiana rimane ancora troppo concentrata sulla preoccupazione di contenere gli ingressi, con la maggior parte delle risorse dedicate che vengono impiegate, per esempio, nel trattenimento ed espulsione di pochi irregolari, piuttosto che investire su processi di integrazione e costruzione di una nuova cittadinanza, sciogliendo quei nodi problematici che ad oggi rimangono irrisolti: un mercato del lavoro ancora segnato da una forte divisione tra professioni di serie A riservati ai cittadini italiani e lavori di serie B destinati agli stranieri; un forte ritardo nel riconoscimento del titolo di studio e delle competenze formali e informali di chi arriva nel nostro Paese; una canalizzazione formativa che vede gli studenti non italiani costretti in percorsi formativi percepiti come meno "prestigiosi"; una legislazione in materia di cittadinanza ormai anacronistica, perché non rispondente alla realtà del nostro Paese.

La nostra azione continuerà – prosegue Bove-  quindi a concentrarsi sulla rimozione di tutti quegli ostacoli che quotidianamente si frappongono ad una vera uguaglianza dell'esercizio dei diritti da parte di tutti i cittadini, anche attraverso la promozione di cause contro la discriminazione che in questi anni hanno portato ad importanti modifiche della normativa.

IN ITALIA NON SI STA MALE - . La maggioranza dei cittadini stranieri è soddisfatta per la vita nel suo complesso in misura sensibilmente superiore rispetto agli italiani. Il 60,8% - come certifica l’Istat-  indica punteggi elevati di soddisfazione per la vita compresi tra 8 e 10 contro appena il 37,2% degli italiani. Più soddisfatte le donne e i giovani stranieri. La maggioranza degli stranieri (58,6%) è soddisfatta del lavoro (il 28,7% attribuisce un punteggio pari a 8, il 9,8% pari a 9 e il 20,1% pari a 10). I più soddisfatti del lavoro sono i cittadini filippini e moldavi, i meno soddisfatti i cinesi e gli ucraini. Tanto tra gli stranieri quanto tra gli italiani prevale un clima generale di sfiducia, più accentuato tra gli italiani. Appena il 27,8% degli stranieri e il 21% degli italiani ritiene che gran parte della gente sia degna di fiduc ia. Gli italiani sono più diffidenti degli stranieri rispetto all'ipotesi di restituzione di un portafogli smarrito. Se a trovarlo e a restituirlo sono le forze dell'ordine, gli italiani nutrono più fiducia degli stranieri (80,3% contro 75,4%), lo stesso nel caso in cui a trovarlo sia un vicino di casa (70,7% e 57,4%). Il 29,1% delle persone straniere di 15 anni e più dichiara di aver subìto discriminazioni in Italia perché di origini straniere o per le loro caratteristiche. Gli uomini stranieri e gli adulti tra i 25 e i 44 anni sembrano subire i disagi maggiori

29/10/2014
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