GIAMBELLINO
La signora Piera per ora è salva, rinviato lo sfratto

Con lei abita il figlio Massimo ultra cinquantenne malato e disoccupato. La domanda di alloggio popolare risale al 2011 ma, finora, il Comune non ha risposto. L'esecuzione è stata rinviata di due mesi in attesa di una soluzione.

Lo sfratto della famiglia della signora Piera previsto per venerdì 26 settembre  è stato rinviato. L’Ufficiale Giudiziario, anche a seguito dell’iniziativa sindacale che ha coinvolto una cinquantina di persone e della presenza dei mezzi d’informazione, ha ritenuto di non procedere all’esecuzione, rinviando la procedura al prossimo 25 novembre. Nonostante fosse stata confermata, non si è presentata la  forza pubblica. questa  mattina Piera consegnerà agli uffici del Comune la documentazione richiesta per completare la domanda in emergenza di assegnazione di un alloggio di edilizia popolare. Ci aspettiamo che a questo punto la sua situazione venga subito valutata dalla Commissione competente in modo da procedere all’assegnazione dell’alloggio. La realtà dei fatti però non ci fa gioire: anche se venisse emesso subito il provvedimento di assegnazione, i tempi dell’offerta saranno lunghi, mesi. Fino ad oggi sono state assegnate solo 550 case, mentre si allungano le liste delle famiglie già per strada a seguito di sfratto a cui il Comune ha riconosciuto il diritto dell’assegnazione valutando incolpevole la morosità accumulata, causa dello sfratto. Piera e suo figlio per due mesi potranno ancora avere un posto dove vivere. Non è così per le decine di famiglie che in questi stessi giorni sono state e verranno messe per strada, senza soluzioni alternative. L’ufficio di Pronto Intervento dei Servizi Sociali del Comune sta proponendo alle famiglie  sfrattate solo qualche Comunità mamma-bambino, nella maggior parte dei casi fuori Milano.

Sfratti. Questa volta tocca a Piera, 83 anni, invalida al 100% (25/09/2014)

Piera, 83 anni, è stata riconosciuta invalida al 100% e vive insieme con il figlio Massimo, disoccupato ultracinquantenne e malato. Dal 2012 non sono più riusciti a pagare il canone di locazione, circa 600 euro mensili, dopo aver corrisposto l’affitto alla proprietà  per ben 54 anni. Di nuovo  una famiglia in gravi condizioni economiche, sociali e sanitarie rischia di finire per strada non avendo le possibilità economiche per affittare un’altra casa. In data 27/11/2011 la signora Piera ha presentato una richiesta di assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Sebbene occupi una buona posizione nella graduatoria (n°1916), considerando il punteggio legato all’invalidità e allo sfratto, non è mai stata chiamata per l’offerta di un alloggio.

Nel 2012 ha poi presentato una richiesta di assegnazione in deroga alla graduatoria. Ad oggi anche questa domanda d’emergenza non è stata presa in esame dal Comune di Milano, nonostante sia ben informato delle condizioni del nucleo familiare, visto che la signora  è in carico al Servizio Sociale. Rimanere senza un tetto non è una prospettiva riservata a pochi casi di marginalità sociale: a Milano una famiglia ogni 371 sta per essere messa per strada. Si contano in città oltre 11.000 richieste di concessione della forza pubblica. Nel 2014, sino alla data del 31/08/2014, sono state assegnate solamente 550 alloggi, a fronte di oltre 23.000 famiglie collocate utilmente in graduatoria generale. Il tutto mentre 8.000 alloggi pubblici restano colpevolmente sfitti.

Per porre un argine all’emergenza sociale in corso è necessario in primo luogo che le istituzioni pubbliche promuovano subito un intervento coerente e preciso sugli sfratti attraverso:

  1. Un provvedimento urgente e immediato da parte della Prefettura che regolamenti e gradui le concessioni della forza pubblica, così come peraltro previsto dalla legge 124/2013. Il ritardo di tale provvedimento, che darebbe sollievo alle famiglie che stanno per rimanere senza casa a causa di una morosità incolpevole, non ha giustificazioni ed è il segno di una allarmante sottovalutazione del problema;
  2. il recupero degli alloggi sfitti da parte del Comune di Milano e dell’ALER e il ritiro dei piani di dismissione del patrimonio pubblico o di sottrazione dello stesso per altre finalità non riconducibili all’edilizia residenziale pubblica;
  3. lo stanziamento di fondi adeguati a trovare soluzioni provvisorie alle famiglie  in attesa della casa

Il Sicet, anche questa volta, non lascerà soli Piera e suo figlio e sarà presente  il giorno dello sfratto dalle ore 9 per fare in modo che non finiscano in strada.

29/09/2014
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