PIATTAFORMA UNITARIA SU FISCO E PREVIDENZA
Approvata dagli Esecutivi CGIL CISL e UIL - Roma 10 giugno 2014
PREMESSA
La situazione economica del nostro Paese è tuttora caratterizzata dalla crisi, e i sette anni trascorsi hanno determinato una crescente disoccupazione che ha toccato il 13,6% e la messa a rischio del sistema produttivo del Paese con la perdita del 25% delle imprese manifatturiere e dei servizi.
Non si esce positivamente dalla crisi, se non si determinano investimenti pubblici scorporati dal patto di stabilità europeo e politiche industriali che facciano ripartire lo sviluppo, la ricerca e l'innovazione del nostro Paese.
In questi anni CGIL CISL UIL hanno prodotto analisi e proposte sui singoli fattori e sui settori, che devono trovare nel confronto innanzitutto con tutto il Governo a partire dal Ministero dello Sviluppo Economico la loro traduzione.
CGIL CISL UIL ritengono che i fattori che “bloccano” il Paese siano molteplici, per questo hanno elaborato una proposta di riforma della P.A. a partire dal ripristino della contrattazione e indicato la necessità di ammortizzatori universali e di politiche attive del lavoro.
Un cambiamento vero del nostro Paese deve riguardare, per CGIL CISL UIL, la Legge sulle pensioni che ha determinato non solo ingiustizie per lavoratori e lavoratrici e penalizzazioni dei pensionati, ma soprattutto un blocco del mercato del lavoro e l'assenza di un futuro previdenziale per i giovani.
Inoltre CGIL CISL UIL ritengono che senza affrontare il nodo dell'evasione fiscale sia impossibile determinare la necessaria riduzione della tassazione sul lavoro e sulle pensioni, oltreché produrre maggiore giustizia fiscale.
In ragione di tutto ciò CGIL CISL UIL hanno deciso di avviare una forte iniziativa nel Paese sui temi della previdenza e dell’evasione fiscale e di sottoporre queste proposte alle assemblee.
PREVIDENZA
La legge Monti-Fornero sulle pensioni è stata la più gigantesca operazione di cassa fatta sul sistema previdenziale italiano. Sono stati prelevati nel periodo 2013‐2020 circa 80 miliardi di euro come si evince dal rapporto dell'Area Attuariale INPS. Una manovra economica fatta a danno di lavoratori e pensionati su un sistema giudicato sostenibile da tutte le istituzioni nazionali ed internazionali.
Interventi che hanno introdotto elementi di eccessiva rigidità generando iniquità e problematiche che ancora oggi aspettano una soluzione definitiva. Modifiche del sistema previdenziale che mirano solo a fare cassa e non considerano le drammatiche ricadute sociali sono destinate al fallimento.
Per CGIL CISL e UIL è necessario ripristinare l'equità del sistema affrontando con urgenza i seguenti problemi:
Tutela dei giovani e adeguatezza delle pensioni
È necessario che i giovani recuperino fiducia nel sistema previdenziale pubblico e perché questo avvenga bisogna dare garanzie sull’adeguatezza delle pensioni future a chi svolge lavori saltuari, parasubordinati, con retribuzioni basse o è entrato tardi nel mercato del lavoro.
In particolare devono essere inseriti elementi correttivi sul funzionamento del sistema contributivo che evitino ripercussioni sulle pensioni, prevedendo un tasso di capitalizzazione minima contro le svalutazioni e la revisione dei coefficienti utilizzando il sistema pro‐rata o quello delle coorti.
Va anche radicalmente ripensata la gestione separata INPS.
Devono essere ripristinati veri meccanismi di solidarietà nel sistema previdenziale in grado di assicurare un trattamento pensionistico adeguato e dignitoso ai pensionati di domani. Inoltre è necessario che venga esteso e potenziato il riconoscimento della contribuzione figurativa a partire dai periodi in cui le donne e gli uomini si dedicano al lavoro di cura.
Esodati
Il progressivo ampliamento della platea dei cosiddetti lavoratori “esodati e salvaguardati” ‐ reso possibile grazie all'azione decisa del sindacato ‐ non ha ancora risolto il problema di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che in ragione della crisi hanno perso il lavoro e che per effetto degli ultimi interventi sulle pensioni si trovano in situazioni di pesantissima incertezza rispetto al momento del pensionamento. È quindi urgente trovare una soluzione di carattere strutturale e definitivo che garantisca a tutti gli interessati il diritto alla pensione anche prorogando i termini delle attuali salvaguardie oltre il 6 gennaio 2015 ed estendendo l’area dei beneficiari.
Accesso flessibile al pensionamento
Bisogna ripristinare meccanismi di flessibilità nell'accesso alla pensione a partire dall’età minima di 62 anni oppure attraverso la possibilità di combinare età e contributi, senza ulteriori penalizzazioni che sono già insite nel sistema contributivo.
Restituire ai lavoratori e alle lavoratrici il diritto di decidere a quale età andare in pensione rappresenta una soluzione di carattere strutturale che consentirebbe anche un miglior coordinamento tra sistema previdenziale e dinamiche del mercato del lavoro.
In quest’ottica deve anche essere ripresa la questione del pensionamento dei lavoratori che svolgono attività particolarmente faticose e pesanti e della loro diversa aspettativa di vita. Anche la penalizzazione sul calcolo della pensione, prevista in caso di pensione anticipata con oltre 41/42 anni di contributi ad età inferiore a 62 anni, deve essere completamente eliminata, perché continua a penalizzare i lavoratori precoci che svolgono in prevalenza attività manuali.
In ogni caso eventuali ulteriori interventi sulla pensione anticipata non possono continuare a penalizzare le donne.
Previdenza complementare
Anche in questi anni di crisi economica e finanziaria il modello di previdenza complementare italiano ha dimostrato di funzionare e si è confermato moderno ed efficace per difendere e rivalutare al meglio il risparmio previdenziale dei lavoratori iscritti ai fondi pensione negoziali. Oggi è indispensabile e urgente una nuova campagna informativa istituzionale che si concluda con un nuovo semestre di adesione tramite il silenzio‐assenso rivolto a tutti i lavoratori, compresi i dipendenti pubblici. A questi ultimi va esteso l’attuale regime fiscale previsto per i lavoratori del settore privato, il cui livello di tassazione va confermato. Va, inoltre, evitato l’aumento strutturale dell’imposta sostitutiva sui rendimenti dei fondi pensione, che andrebbe anzi ridotta al di sotto della soglia dell’11% così come sul modello tedesco.
Nel sistema di previdenza complementare deve essere mantenuta la Covip, come autorità di vigilanza autonoma specifica e indipendente che garantisca la tutela del risparmio previdenziale.
Rivalutazione delle pensioni
Si ribadisce la contrarietà al blocco della perequazione delle pensioni. La tutela del potere d'acquisto delle pensioni è un principio fondamentale del nostro sistema previdenziale. L'attuale sistema di indicizzazione è insufficiente, pertanto devono essere finalmente individuati meccanismi più idonei a compensare adeguatamente la perdita di valore degli assegni pensionistici evitandone il progressivo impoverimento.
Riforma della governance degli Enti previdenziali e assicurativi
È necessaria una riforma del sistema di governance degli Enti che affermi un vero sistema duale con una più precisa ed efficiente ripartizione dei poteri tra l'attività di gestione e l'attività di indirizzo strategico e di sorveglianza, come ribadito nell'Avviso Comune di CGIL CISL UIL e Confindustria del giugno 2012.
FISCO
Riduzione della pressione fiscale per lavoratori e pensionati
Per il Sindacato, tutte le risorse recuperate dalla lotta all'evasione fiscale, vanno destinate alla riduzione della imposizione fiscale, per lavoro e pensioni, e al sostegno delle politiche di sviluppo.
Con la positiva introduzione del “bonus” di 80 euro, che accoglie le proposte dei sindacati lanciate con l’iniziativa del giugno 2013 e con la mobilitazione portata avanti fino allo scorso dicembre, viene dimostrato che si può agire diversamente da quanto fatto fino ad oggi, non relegando il tema della riduzione della pressione fiscale per i redditi fissi negli spazi residuali delle politiche di bilancio. Questo è un primo passo importante e, oggi, occorre proseguire su questa strada.
Gli obiettivi prioritari sono quelli di:
Riduzione strutturale dell'evasione fiscale
Il livello complessivo della economia sommersa e dell’evasione fiscale in Italia è spaventoso; la sola evasione fiscale raggiunge infatti la cifra di 180 miliardi di euro, in termini assoluti la più alta d'Europa, determinando una inaccettabile, iniqua ed ingiustificata condizione di appesantimento fiscale che grava in particolare sui redditi da lavoro dipendente e da pensioni.
Diventa pertanto necessario cambiare questa situazione e porsi obiettivi ambiziosi, pianificando la drastica e definitiva riduzione dell’evasione fiscale nel giro di qualche anno. CGIL, CISL e UIL propongono in particolare i seguenti interventi:
• potenziamento della tracciabilità di tutti i pagamenti e degli incassi dei distributori automatici, anche incentivando l’utilizzo della moneta elettronica (diminuendone i costi) e ripristinando il conto dedicato per i professionisti;
• trasmissione telematica dei corrispettivi per i commercianti al minuto e rafforzamento dell'elenco clienti fornitori;
• introduzione dei meccanismi di contrasto di interessi fra venditori e consumatori, attraverso l’aumento delle detrazioni e deduzioni delle spese effettuate. Tale intervento può essere messo in atto individuando “a turno” e per un certo periodo, i settori interessati, scegliendo quelli a più alto rischio di
Se si portasse il livello italiano di evasione fiscale al quello francese o tedesco si avrebbero benefici, rispettivamente, per 65 e 80 MLD di euro all’anno.
Una cifra enorme che viene sottratta alla collettività e che, se recuperata, permetterebbe di rilanciare lo sviluppo e di ridurre significativamente le tasse che gravano sui cittadini e sulle imprese e, in particolare, sui lavoratori dipendenti e sui pensionati evasione (ad es. servizi professionali, settori di distribuzione di beni e servizi al dettaglio). L'obiettivo è quello di far emergere il reale giro di affari delle diverse categorie coinvolte, adeguando, conseguentemente, i parametri degli studi di settore.
• aumento del numero dei controlli, anche con un maggiore coinvolgimento degli enti locali, utilizzando lo strumento delle indagini finanziarie e prevedendo l’uso dei dati del redditometro anche ai fini dei controlli IVA, Irap e oneri previdenziali;
• potenziamento, integrazione ed utilizzo più efficiente delle diverse Banche Dati oggi disponibili ai fini del controllo fiscale;
• rafforzamento del sistema sanzionatorio, amministrativo e penale, per evasione ed elusione fiscale, anche reintroducendo il reato di falso in bilancio;
• chiusura dei locali in caso di mancata emissione degli scontrini fiscali dopo tre violazioni anche nella stessa giornata.
Tutto questo insieme di cambiamenti richiede un rafforzamento della struttura amministrativa, attraverso adeguati investimenti in risorse umane ed organizzative. Per rendere, poi, realmente credibile il cambio di passo occorre prevedere un piano straordinario di controlli fiscali nel triennio 2014, 2015 e 2016 con il coinvolgimento anche degli enti locali, incardinato in una rigida programmazione del recupero di quote evase, da inserire nelle Leggi di Bilancio.
L’insieme di queste misure consentirebbe di far emergere e, rendere strutturale, non meno del 25/30% delle imposte attualmente evase.
“VERSO LA RIFORMA”
Il sistema fiscale del nostro Paese è frammentario, iniquo, e profondamente penalizzante del lavoro e delle pensioni. CGIL CISL UIL sono impegnate nell'elaborare una proposta di riforma caratterizzata dalla unicità e progressività della tassazione su tutto il reddito e i patrimoni in un nuovo ed equilibrato rapporto tra tassazione diretta ed indiretta.