MOBILITAZIONE
Sciopero al Teatro alla Scala di Milano

Fistel Cisl e Fials-Cisal hanno proclamato un'agitazione per domani, venerdì 27 luglio, e per venerdì 4 luglio. Il comunicato sindacale.

L’assemblea dei lavoratori del Teatro alla Scala, indetta da FISTEL-CISL e FIALS-CISAL,  ha deciso di proclamare due giorni di sciopero, il 27 giugno e il 4 luglio, a seguito dell’inaccettabile decisione della Direzione del Teatro di rendere esecutivo l’articolo 19 del Decreto 83 relativo al trattamento economico in caso di malattia.


Tale articolo infatti, applicando le trattenute sui giorni di malattia previste per il pubblico impiego, non solo mostra di ignorare le proporzioni reali di cui consta la retribuzione di un dipendente di una Fondazione Lirica, ma penalizza di fatto quelle Fondazioni maggiormente produttive  che vedono il massimo riconoscimento della loro attività proprio nella parte decurtabile definita nel decreto “accessoria”. Si pensi, per esempio, ai diritti esecutivi o televisivi, peculiarità di questo settore specifico e non certamente del pubblico impiego.


Il decreto in pratica, mirando a limitare gli effetti dell’assenteismo nel settore pubblico, trascura il dato secondo cui nelle Fondazioni, e alla Scala in particolare, l’assenteismo è sempre rimasto sotto livelli fisiologici, oltretutto in questo modo viene leso il diritto alla malattia previsto dal codice civile e dall’articolo 32 della Costituzione.


Il sindaco Pisapia, nell’ultimo incontro con le nostre organizzazioni dell’8 giugno u.s. ci aveva assicurato un’intercessione nei confronti del Ministero per ricercare una soluzione al problema mantenendo la sospensiva sulla sua applicazione. Ci stupisce e ci sconcerta, quindi, la decisione della Direzione  Generale che ci da ancora una volta la triste conferma  della mancanza di sintonia ai  vertici della Fondazione.


L’assemblea, nel richiamarsi al risultato importante del referendum interno di due anni fa, ritiene che solo con  il riconoscimento dello status di  Fondazione a Statuto Speciale e la stipula di un Contratto Unico, così come contemplato dal Decreto in questione, si possa sganciare il Teatro alla Scala dai limiti operativi in cui è costretto essendo legato ai vincoli di contrattazione della pubblica amministrazione  che poco si addicono  ad un’istituzione d’eccellenza che ha l’importante compito di produrre e diffondere la cultura nel Paese e nel mondo.


I vincoli di tipo pubblicistico determinano, inoltre, il depauperamento della qualità e delle professionalità minacciando le proprietà di “eccellenza”  con la perdita di musicisti e artisti di livello internazionale a cui si aggiungono le limitazioni relative a qualunque forma di attività concertistica o didattica.
Un Teatro alla Scala autonomo è una necessità imprescindibile per la città di Milano, per il suo Sistema Cultura in vista dell’ Expo e a garanzia del suo futuro produttivo.


I lavoratori si dichiarano disponibili a profondere qualunque sforzo per la riuscita di una manifestazione fondamentale per l’immagine del Paese ma questo potrà avvenire solo in un quadro di certezza di regole, attraverso una contrattazione che tocchi tutti i nodi ancora irrisolti e in una Fondazione realmente Autonoma.


Se ancora una volta questi obiettivi non dovessero concretizzarsi i lavoratori non esiteranno a mettere in campo tutte le iniziative necessarie a partire dall’inaugurazione della stagione prossima e dell’Expo.

LE SEGRETERIE E RSA Teatro alla Scala
FISTEL-CISL e FIALS-CISAL

26/06/2014
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