Mobilitazione e presidio, mercoledì 25 giugno, in corso Buenos Aires a Milano. Il comunicato sindacale.
Falliti tutti i tentativi di instaurare un confronto sereno e propositivo con Groupon, dopo 3 HR SER cambiati e un’elezione della RSU, invece di fare passi avanti l'azienda riprende un approccio di contrasto verso le rappresentanze, e di intimidazione verso i lavoratori, colpevolizzandoli del trend negativo dei risultati, anche se le responsabilità non sono attribuibili a loro ma a scelte strategiche aziendali calate “dall'alto”, che possiedono solo una minima possibilità di miglioramento a livello locale.
I lavoratori rigettano le continue provocazioni aziendali, tese a sminuire la loro professionalità e chiedono di poter iniziare un confronto serio con sindacati e RSU, al fine di poter migliorare il clima aziendale e le prestazioni lavorative. Le centralizzazioni di attività che l'azienda sta avviando unilateralmente, la mancata valorizzazione e incentivazione dei lavoratori, non consentono di essere più competitivi e di aggredire maggiormente il mercato italiano.
L’azienda definisce i lavoratori non in linea con la “filosofia aziendale” dei “corpi infetti da eliminare”, minaccia di licenziare coloro che non sono performanti, cerca di individuare candidature “spontanee” per risoluzioni consensuali e addirittura afferma che “se non ci si rimette in linea, si può anche chiudere in Italia” e portare tutto all'estero dove il costo del lavoro è inferiore. Tutto ciò non può creare le condizioni per invertire il trend negativo attuale.
I lavoratori, che tengono più del management al futuro aziendale, hanno condiviso di dare un segnale forte a Groupon, perché la crescita passa attraverso la valorizzazione delle risorse umane, non con le minacce e la chiusura all'ascolto. Non avendo ricevuto risposta a una richiesta d'incontro inviata a livello Europeo, i lavoratori condividono lo stato di agitazione proclamato da sindacati e RSU nell'ultima assemblea.
Affinché l'azienda si sieda al tavolo e si confronti seriamente per tutelare la presenza in Italia e cessi di utilizzare modalità ricattatorie e minacciose, si dichiara un primo sciopero di 8 ore per la giornata di mercoledì 25 giugno 2014.