Abita da oltre 20 anni nella stessa casa. Ha chiesto una riduzione dell'affitto perché con la pensione non riesce più a pagarlo: gli hanno detto no e domani arriva l'ufficiale giudiziario per metterlo su una strada. Da tempo aspetta un alloggio pubblico.
Domenico, 86 anni, giovedì 20 marzo dovrà lasciare la casa in cui vive da 25 anni. In mattinata, probabilmente verso le ore 9, l’Ufficiale giudiziario e la Forza Pubblica si presenteranno in via Caccialepori 23 per eseguire lo sfratto e metterlo in mezzo alla strada.
Domenico è un pensionato con 960 euro al mese (pensione + sussidio del Centro Multi Servizi Anziani del Comune) che a partire da aprile 2012 non è più riuscito a pagare l’affitto, negli anni aumentato. La proprietà, che ha incassato gli affitti regolarmente per oltre vent’anni, non ha voluto accettare un affitto più basso e ha proceduto con lo sfratto.
I gravi problemi di salute di Domenico sono tutti documentati. Inoltre ha da poco subito l’asportazione chirurgica di un tumore alla pelle, la cui ferita ancora non si è rimarginata. Per questo il medico ha scritto che “non va sottoposto a stress psico-fisici anche di lieve entità perché potrebbero cagionare complicazioni cardiovascolari gravi”.
Da diversi anni Domenico ha presentato al Comune la domanda per avere un alloggio popolare, l’ultima l’ha protocollata lo scorso agosto, chiedendo una assegnazione in emergenza proprio per la sua condizione di sfrattato. Non ha ancora avuto una risposta perché le domande degli sfrattati vengono esaminate solo in prossimità dell’esecuzione, molto spesso quando lo sfratto è già stato eseguito.
Ad oggi a Milano sono oltre 250 le famiglie sfrattate con l’assegnazione sulla carta che aspettano, in mezzo alla strada, l’offerta di un alloggio; circa 12.000 famiglie vivono il dramma dello sfratto, mentre vengono lasciati vuoti 7.000 alloggi pubblici di proprietà di Comune e ALER.
Il Sicet anche questa volta non lascerà solo Domenico e sarà presente il giorno dello sfratto per cercare di rinviarlo.
Ma per provare ad affrontare e gestire l’emergenza sfratti serve che tutti i livelli istituzionali facciamo la loro parte con azioni urgenti e concrete:
- Il Prefetto faccia immediatamente un provvedimento di graduazione della forza pubblica e di sospensione delle esecuzioni delle famiglie in possesso di un titolo di assegnazione di alloggio popolare;
- Il Comune destini tutta l’offerta abitativa pubblica disponibile per fronteggiare l’emergenza e provveda alla sistemazione temporanea e adeguata delle famiglie sfrattate, qualora l’alloggio popolare non fosse disponibile
- Regione e Comune stanzino le risorse necessarie per rendere assegnabili, con procedure veloci e trasparenti, le migliaia di alloggi sfitti pubblici.