I sindacati degli inquilini rispondono alla Regione: "Sugli alloggi popolari assegnati a Milano in deroga alla graduatoria l’assessore regionale Bulbarelli fa dichiarazioni sorprendenti, non ponderate e irragionevoli". Il comunicato stampa unitario.
Non serve nessuna sanatoria e il provvedimento regionale è un atto dovuto che, peraltro, arriverebbe in ritardo di parecchi mesi.
Chi fruisce delle assegnazioni in deroga sono soprattutto le famiglie già sfrattate che evidentemente l’Assessore Bulbarelli preferisce lasciare in mezzo alla strada. A Milano sono già decine le famiglie con sfratto eseguito e senza un alloggio popolare.
Se si vogliono tutelare minimamente le 22.000 famiglie in graduatoria e quelle in vera emergenza, Regione ed ALER Milano evitino di sottrarre dall’assegnazione 140 alloggi popolari come stanno, invece, facendo attraverso un Bando specifico per le forze dell’ordine.
La discussione, spesso presente sugli organi di informazione, innestata dalla decisione della Regione di non concedere al Comune di Milano, peraltro senza alcuna motivazione giuridica e senza alcun provvedimento, l’ampliamento della percentuale (dal 25% al 50%) degli alloggi da assegnare in deroga alla graduatoria di Bando, è surreale e priva di ogni sensatezza.
L’Assessore e il suo Presidente di Giunta dovrebbero sapere che le assegnazioni in deroga alla graduatoria riguardano esclusivamente le famiglie con sfratto eseguito e quelle con gravi problemi riferiti a condizioni particolari certificate dai servizi sociali e che sono l’unico strumento, tra l’altro ampiamente insufficiente, per tentare di dare una risposta alle situazioni di emergenza abitativa che non possono attendere i tempi del Bando.
Non avere una quota adeguata di riserva significherebbe mettere in ulteriore difficoltà i Comuni, particolarmente quello di Milano, che ha migliaia di sfratti in esecuzione nel suo territorio.
Fa bene l’Assessore Bulbarelli a ricordare che a Milano sono almeno 22.000 le famiglie in graduatoria che aspettano una casa popolare, ma dovrebbe anche chiedersi come mai e trarne le dovute conseguenze.
Questa situazione, così come quella finanziaria fallimentare di ALER Milano, è il risultato di anni di politiche abitative regionali sbagliate che hanno disperso le poche risorse esistenti, destinandole, anziché alle case popolari, ad interventi che nulla c’entravano con il soddisfacimento dei bisogni alloggiativi delle famiglie in graduatoria.
Anziché continuare la polemica sugli alloggi da assegnare in deroga, faccia qualcosa di costruttivo: reperisca nel bilancio regionale risorse adeguate per aumentare l’offerta di case a canone sociale e agisca affinché tutto il patrimonio pubblico disponibile venga destinato all’assegnazione per le famiglie in graduatoria di Bando o in emergenza, anziché sottratto attraverso bandi per favorire alcune categorie.
Infine provi a spiegare alle famiglie in graduatoria o in emergenza quale coerenza esiste tra il non concedere la maggiorazione della percentuale per la deroga e fare un Bando con destinazione esclusiva alle forze dell’ordine di 140 alloggi sottratti all’edilizia pubblica in locazione con patto di futura vendita