DIBATTITO
Donne e politica, quote rosa e realtà

Fiorella Paris ha messo a confronto le diverse esperienze che hanno caratterizzato la Regione. Confermata  l'ancora insufficiente utilizzo del 'capitale femminile' che, in media, è più qualificato di quello maschile.

–Oltre il 55% dei laureati e dei diplomati nel nostro Paese è donna. In Lombardia, prima dell’inizio della crisi il 59,4% degli occupati apparteneva al cosiddetto ‘sesso debole’, percentuale oggi scesa al 55,6% ma comunque rilevante. Numeri che dimostrano come le donne rappresentino – per dirla con l’autrice del volume Fiorella Paris – un capitale dormiente che va valorizzato appieno. “Esperienze a confronto. Quote rosa in Lombardia” è il libro di Fiorella Paris, giornalista del Consiglio regionale, al centro del dibattito odierno organizzato dall’Associazione consiglieri regionali della Lombardia.

Un’interessante tavola rotonda, moderata da Lucia Ruffinelli in rappresentanza del Consiglio direttivo Associazione Consiglieri regionali della Lombardia e già Assessore al Pirellone, che è stata lo spunto per allargare l’orizzonte sull’universo femminile in generale. La Ruffinelli ha ricordato come la figura femminile abbia sempre occupato un posto di rilievo all’interno del mercato del lavoro in Lombardia. “Solo in politica, purtroppo, – ha aggiunto – si sono registrate e si registrano tuttora significative difficoltà. Basti pensare all’impegno che ci abbiamo messo per far accogliere determinati principi all’interno dell’art.11 dello Statuto Lombardo dedicato, appunto, a queste tematiche”.

Se nell’introduzione al volume, per la verità assai ‘scoppiettante’, il professor Claudio Bonvecchio, ordinario di Filosofia delle scienze sociali all’Università dell’Insubria l’ingresso della donna in politica viene paragonato ad una sorta di ‘presa della Bastiglia’ nella realtà dei fatti la situazione è ben differente. Il libro ruota attorno a un fatto di cronaca, ovvero, l’ingresso forzoso delle donne nella Giunta regionale nella scorsa Legislatura Un’indagine attraverso una serie d’interviste dalle quali emerge uno spaccato interessante.  Emerge anche un interrogativo- provocazione di fondo:  ma se poi le donne non incidono e vengono messe lì da qualcuno, alla fine a che cosa servono le quote rosa?. Il messaggio in quest’ottica è molto chiaro: solo attraverso un processo culturale dal basso e non imposto da regole scritte si arriverà ad un’effettiva parità tra i sessi. L’auspicio, allora, è che le donne non solo sappiano ‘far rete ‘ tra loro, ma più ancora si stringa una nuova alleanza tra uomini e donne che metta al centro i talenti migliori.

L’Assessore regionale alla Casa, Housing Sociale e Pari Opportunità Paola Bulbarelli nel suo contributo ha portato la sua interessante esperienza precedente di giornalista televisiva e della carta stampata. “E’ indubbio – ha sottolineato la Bulbarelli – che i criteri di notiziabilità del mondo mediatico facciano sì che attiri di più il look di Nicole Minetti, piuttosto, che l’istituzione di nuovi centri antiviolenza e questo è senz’altro un aspetto negativo della vicenda. La donna – ha poi aggiunto l’assessore Bulbarelli – non può essere solo bellezza e fisicità. In questa prospettiva, questo libro si può definire senz’altro di servizio rispetto all’approccio corretto da tenere dinanzi a questo tema”. A proposito delle ‘quote rosa’ e della parità sostanziale tra uomini e donne in Regione Lombardia, la Bulbarelli ha anche aggiunto: “Stiamo facendo grande sforzi per affermarci, in ogni caso, in questa Giunta per la prima volta su 14 assessori, 7 sono di sesso maschile e altrettanti di sesso femminile. E’ un passaggio significativo rilevate. Sicuramente – ha concluso – è sbagliato metter di mezzo un tribunale per far valere le nostre posizioni, tuttavia, dobbiamo anche domandarci quante di noi ce la farebbero ad emergere se non ci sono fossero le quote rosa….”.

14/11/2013
di Fabrizio Venturi
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