Eccovi un altro articolo che troverete tra qualche giorno nelle pagine del mensile JOB. Quando i prestiti diventano "soffocanti" per chi li ha contratti e come fare per non contrarre debiti capestro? Alcuni consigli di Adiconsum, per stare sempre un po' più attenti e non cadere in difficoltà...
Carla ha 37 anni, due figli, uno di 10 anni e l’altra di 6. Il marito, 40 anni, ha iniziato a lavorare a 19 in un’azienda metalmeccanica in provincia di Milano, nella quale è rimasto per tutta la vita, fino a quando la crisi economica ha travolto tutto, costringendo lei e tutti i suoi colleghi, dapprima alla Cassa Integrazione e, poi, al licenziamento per la chiusura definitiva dell’azienda. Fortunatamente, se, così si può dire, Carla e la sua famiglia, tra mille difficoltà riescono a pagare il mutuo, ma sono costretti a sospendere il pagamento mensile delle rate del prestito fatto due anni prima per l’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici. S presenta nei nostri uffici con gli occhi lucidi, il marito non ce l’ha fatta ad accompagnarla, ha troppa vergogna della condizione in cui si trovano. Nel frattempo le rate non pagate si erano accumulate e la finanziaria non aveva tardato a rivendicare il dovuto: lettere, ingiunzioni, ultimatum minacciosi, addirittura telefonate personali, a casa e sui cellulari, pesanti ed umilianti, da parte di una società di “recupero crediti”. Carla ci spiega che adesso non sono più in condizione di pagare neanche il mutuo e lei non riesce più a guardare i suoi bambini negli occhi, perché ha paura che loro riescano a leggere la disperazione nei suoi, ma soprattutto perché ha paura di non riuscire più a garantire loro un futuro quantomeno dignitoso, è letteralmente terrorizzata da questo pericolo. Da diversi mesi gli uffici dell’Adiconsum di Milano sono presi d’assalto da tante, troppe persone come Carla e suo marito.
IN GINOCCHIO
Famiglie in ginocchio, donne separate e con figli, uomini soli. La maggior parte sono italiani, ma ci sono anche tantissimi provenienti da altri Paesi: filippini, arabi, rumeni, sudamericani, molte donne provenienti dai Paesi dell’Est europeo. Ormai per noi è diventato il principale settore di intervento e di consulenza ed è in costante aumento il numero delle persone che si rivolgono ai nostri sportelli in queste condizioni, magari dopo aver impegnato, e quindi in pratica svenduto, anche i pochi oggetti d’oro posseduti, poiché spesso non riescono più a pagare neanche le utenze domestiche. Occorre al più presto che la politica intervenga in maniera seria e decisa, un Paese civile e avanzato non può lasciare sole le persone in queste situazioni. Qualcosa è stato fatto, in particolare sui mutui, dapprima con un accordo tra l’Abi (Associazione bancaria italiana) e le associazioni dei consumatori, poi con provvedimenti legislativi che hanno istituito un Fondo di solidarietà specifico, recentemente rifinanziato e quindi tornato operativo da aprile di questo anno.
Il Fondo prevede la possibilità, a fronte di determinati requisiti e di precise condizioni, di sospendere le rate del mutuo fino ad un massimo di 18 mesi, durante i quali inoltre sostiene i costi relativi ad una parte degli interessi maturati sul debito residuo durante il periodo della sospensione. In pratica, il Fondo ripaga alla banca il tasso di interesse applicato al mutuo con esclusione della componente di “spread”. I requisiti richiesti per l’accoglimento della domanda sono però stringenti: perdita del posto di lavoro per licenziamento, morte o handicap grave, reddito Isee non superiore a 30mila euro e così via. Certo è un aiuto concreto, ma bisogna fare di più: prestiti, finanziamenti, utenze domestiche (acqua, energia elettrica e gas) per le quali non esiste praticamente nessuna norma di tutela e nessuno strumento concreto di aiuto e di sostegno. Un consiglio utile è quello di attivare sempre delle polizze assicurative di copertura per i prestiti e i finanziamenti che garantiscano la possibilità di affrontare con maggior serenità, l’eventuale insorgere di situazioni di disagio e difficoltà. Il costo è generalmente abbordabile, ma bisogna stare attenti e leggere con attenzione tutte le clausole contrattuali per evitare, come a volte purtroppo succede, di ritrovarsi senza il diritto ad avere la copertura economica nel momento in cui serve. Queste situazioni di insolvenza sono molto pericolose poiché possono portare come minimo all’iscrizione nell’elenco dei cattivi pagatori, ma anche al fermo amministrativo dell’auto, al pignoramento del quinto dello stipendio (quando c’è), oltre al pignoramento di eventuali beni di proprietà.
SOLUZONI POSSIBILI
L’Adiconsum riesce comunque ad intervenire quasi in tutte queste situazioni! I nostri esperti, con la loro competenza e disponibilità, permettono di affrontare i problemi, privilegiando un approccio non conflittuale, per lasciare la strada legale solo come ultimo, estremo rimedio. Attraverso lo strumento della conciliazione si riesce molto spesso ad intervenire positivamente nei settori della telefonia, dell’energia, delle banche, delle assicurazioni. Attraverso lo strumento del buonsenso, invece, spesso si riesce ad intervenire anche nei confronti delle finanziarie o comunque delle aziende erogatrici di prestiti, ad esempio rinegoziando il debito, abbassando l’importo delle rate o diluendole in un tempo maggiore.
L’invito, quindi, è di rivolgersi con fiducia e serenità ai nostri sportelli, per verificare tutte le possibilità esistenti per affrontare e gestire anche queste situazioni difficili, nelle quali in ogni caso bisogna mantenere la testa alta e lo sguardo fermo, perché la dignità è un diritto e non bisogna mai permettere a nessuno di poterla mettere in discussione.