Un tono volutamente leggero per la regia di Gabriele Vacis, in questa commedia che analizza la vita dei "nuovi italiani". Dall'infanzia all'età adulta, sotto la lente d'ingrandimento la vita dei giovani nati in Italia da genitori immigrati.
Dal 28 gennaio al 3 febbraio
Mi chiamo Aram e sono italiano
Di Gabriele Vacis e Aram Kian
Interprete: Aram Kian
Regia: Gabriele Vacis
Teatro Libero- Via Savona 10-tel. 028323126
Orario: lun-sab ore 21; dom. ore 16
Biglietto: 11-19 euro
L’infanzia e la giovinezza dei “nuovi italiani”, i ragazzi nati nel nostro Paese da genitori immigrati, sono al centro di questa pièce, scritta da Gabriele Vacis insieme ad Aram Kian, padre iraniano e madre italiana, che, oltre che autore, è anche il protagonista dello spettacolo. In forma di monologo si racconta la condizione di questi giovani, alla ricerca della propria identità, che si trovano ad affrontare quotidianamente - a scuola, con gli amici, nella ricerca di un posto di lavoro - differenti forme più o meno manifeste di razzismo. Il tono è volutamente leggero, e ne risulta uno spettacolo divertente e allo stesso tempo assolutamente autentico, dove le varie situazioni sono rappresentate sempre con lucida ironia e talvolta anche con rabbia. L’obbiettivo è demolire le barriere culturali, sottolineando invece gli aspetti positivi della diversità così da offrire allo spettatore la possibilità di uno sguardo al futuro di una società, che deve imparare a dare un significato concreto alla parola “multietnico”.