COMMERCIO
Almeno a Natale e Capodanno non aprite i negozi

Appello dei sindacati alla Grande distribuzione per far fare festa anche ai lavoratori. E poi tracciano il bilancio di un anno di liberalizzazione degli orari: l'occupazione non è aumentata e nemmeno i fatturati sono cresciuti un granché. Male, anzi malissimo, anche i piccoli.

"A dicembre 2011 il decreto “salva Italia” ha dato la possibilità a tutti gli esercizi commerciali di aprire 365 giorni all’anno per 24 ore al giorno, in conseguenza di ciò tutte le aziende della Grande distribuzione organizzata hanno tenuto aperto i loro punti vendita tutte le domeniche e i festivi." - Inizia così un  documento messo a punto da Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uilrucs su problema delle aperture dei negozio sollevato già da tempo.

"Nel mese di aprile 2012 abbiamo inviato a queste Aziende una lettera aperta nella quale, oltre che ribadire la nostra posizione di contrarietà alla liberalizzazione totale delle  aperture domenicali e festive, chiedevamo un segno di attenzione e rispetto per il valore sociale e il significato religioso e laico delle imminenti festività, invitando quindi le Aziende a non aprire i negozi a Pasqua, Pasquetta, 25 Aprile e 1° Maggio. Una esigua minoranza in quell’occasione tenne aperti i punti vendita, ora si ripropone la stessa situazione per quanto riguarda i giorni di Natale,  Santo Stefano e Capodanno.

Il bilancio di questo primo anno di liberalizzazione totale degli orari commerciali è negativo - sostengono i sindacati-  perché è avvenuto in un periodo di recessione e calo dei consumi, non ha portato miglioramenti economici ed occupazionali e nemmeno abbiamo riscontri dei tanto annunciati   interventi di conciliazione tra orari di lavoro e impegni personali e di cura. Non ci risultano nemmeno significativi aumenti di fatturato in quanto tutti i gruppi della Grande Distribuzione Organizzata lamentano importanti cali di vendite e molti hanno avviato processi di ristrutturazione con taglio del personale e riduzione delle condizioni normative ed economiche contrattate precedentemente, peraltro molte aziende dichiarano quanto sia negativo in termini economici aprire domeniche e festivi ma continuano a farlo con la motivazione che non possono perdere quote di mercato a favore della concorrenza e che se aprono gli altri devono aprire anche loro….  Anche il piccolo commercio ne ha avuto un danno palese, ci risulta infatti il dato drammatico delle migliaia di negozi chiusi in questo ultimo anno a Milano e provincia. Le lavoratrici e i lavoratori del commercio, che  in questo periodo sono sottoposti a carichi di lavoro ancora più pesanti e stressanti,  vedono Natale e Santo Stefano e Capodanno non solo come feste religiose da celebrare ma anche come un meritatissimo traguardo raggiunto dopo un periodo di intensa attività"

Considerato quanto sopra  le  organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil  chiedono " a tutti, in particolare alle aziende della Grande distribuzione organizzata, di non aprire nelle festività di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Sollecitiamo anche Federdistribuzione a riconsiderare la propria posizione e a rapportarsi in modo positivo con istituzioni e sindacato per una politica degli orari di lavoro realmente equilibrata."

13/12/2012
redazione
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