INTERVISTA
Hanno ucciso il pensiero, per questo niente cambia

Dal fascismo al berlusconismo, ai popolusmi di ogni tipo: il  problema è sempre lo stesso, la mancanza di senso critico. Michela Marzano,  filosofa e docente all’Università di Parigi V lo spiega in un libro. 

“Se vogliamo essere rappresentati meglio, dobbiamo impegnarci personalmente […]. Altrimenti, giorno dopo giorno, i clown funebri prenderanno il sopravvento e diverranno i soli padroni del circo” (Antonio Tabucchi, L’oca al passo, 2006).

Questa citazione è contenuta nel saggio Gli assassini del pensiero dove partendo dall’analisi del pensiero critico di Adorno e Pasolini, la professoressa Michela Marzano, direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali e Professore ordinario di filosofia morale all’Université Paris Descartes, ripercorre la stagione del fascismo, mettendola poi a confronto con la politica di Berlusconi, soprattutto per quanto riguarda la sua strategia di comunicazione. Lo scopo è interrogarsi sulla possibilità del ritorno di istanze totalitarie in Italia.

In Italia qualcosa sta cambiando?

«Il quadro politico è, in parte,  certamente diverso dal recente passato  ma il problema di fondo non è stato affrontato: manca del tutto il pensiero critico, quello che permette di prendere le distanze non per distruggere ma per proporre qualcosa di nuovo, e la cui mancanza avvalla ogni totalitarismo». E ancora: «Gli ultimi mesi sono stati dominati  dalle polemiche sulle lotte di potere e si è visto come l’antipolitica abbia grande presa sugli italiani: di fatto siamo passati dal prendere come oro colato tutto quello che diceva Berlusconi a considerare tutto quanto ci viene dalla politica come il risultato di un complotto. Semplicemente una nuova retorica ha preso il posto della precedente».

Sempre a proposito del Cavaliere, pensa che questa volta si proporrà sulla scena politica in modo diverso?

«Berlusconi è in realtà sempre uguale a sé stesso, il problema è che lo è anche la sinistra, spaccata al suo interno. Se c’è una novità è purtroppo quella del “populismo di sinistra” che si sta progressivamente diffondendo».

Ma se il nocciolo sta nell’assenza del pensiero critico, come è possibile che questo si formi e abiti questo paese?

«La scuola ha un ruolo fondamentale: è sui banchi che maturano i cittadini di domani, che sono anche i destinatari ideali del mio libro. Per quanto riguarda gli altri protagonisti della scuola, gli insegnanti, non devono assolvere solamente il compito di trasmettere delle nozioni, ma soprattutto di fornire agli studenti gli strumenti per sviluppare quella che possiamo chiamare la “capacità argomentativa, da cui si sviluppa lo spirito critico. Ma per fare questo i docenti devono ritrovare la passione in quello che fanno, e in questo lo Stato può fare molto, valorizzando il loro lavoro, anche attraverso il riconoscimento economico».

Michela Marzano

GLI ASSASSINI DEL PENSIERO - Manifestazioni fasciste ieri e oggi

Erikson editore

10/12/2012
Daniela Bianchi
Twitter Facebook