Nuova serata, oggi, di proiezioni e di dibattiti nell'ambito del Labour film festival edizione 2012. Il programma e la sintesi dei corto e lungometraggi.
ore 20,00 IL CAPO
di Yuri Ancarani, Italia, 2010, 15 min. LABOUR.SHORT
Monte Bettogli, Carrara: nelle cave di marmo uomini e macchine scavano la montagna. Il Capo controlla, coordina e conduce cavatori e mezzi pesanti utilizzando un linguaggio fatto solo di gesti e di segni. Dirigendo la sua orchestra pericolosa e sublime, affacciata sugli strapiombi e i picchi delle Apuane, il Capo agisce in un rumore assoluto, che si fa paradossale silenzio.
ore 2015 PUGNI CHIUSI
di Fiorenza Infascelli, Italia, 2011, 60 min. LABOUR.DOC
È il febbraio del 2009. Un gruppo di operai della Vinyls in cassa integrazione occupa il carcere dell’Asinara. Chiede la riapertura degli impianti. Chiede di poter continuare a lavorare. All’inizio è una battaglia disperata, una protesta estrema. Poco alla volta, il mondo si accorge di quegli uomini sperduti su un’isola deserta, prigionieri in un carcere abbandonato: l’articolo di un giornale, un servizio televisivo, il loro blog che cresce. E poi Facebook, interviste, collegamenti, trasmissioni sempre più importanti. Una battaglia sindacale tradizionale diventa visibile grazie a strumenti di lotta non tradizionali. Ma cosa accade davvero su quell’isola? Passano i mesi. Passa un anno. Gli impianti rimangono fermi. Sembra che non sia cambiato nulla. In realtà tutto è cambiato. Soprattutto, sono cambiati loro: quegli uomini non sono più solo operai che rivogliono il loro lavoro. Hanno vissuto insieme, hanno sofferto, hanno sperato, si sono divertiti insieme. La loro lotta è diventata una grande avventura umana. Li ha cambiati, arricchiti, stancati. Intorno a loro il paesaggio intenso e violento dell’isola, i bianchi accecanti della calce del carcere, i bui improvvisi delle notti invernali, le stagioni che scorrono. Gli affetti, le emozioni, le speranze. “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso“, se lo ripetono ogni giorno, non si stancano mai.
ore 21,15 LE NEVI DEL KILIMANGIARO
di Robert Guediguian, Francia, 2011, 107 min. LABOUR.FILM
Michel non ha più un lavoro ma ha ancora una moglie a cui lo legano trent’anni d’amore, due figli e tre piccoli nipoti. La sua vita serena, trascorsa all’insegna dell’amicizia e della solidarietà, viene bruscamente interrotta da una rapina, in cui resta coinvolto e sconvolto insieme alla compagna, alla sorella e al cognato. Deciso ad ottenere giustizia e a recuperare il maltolto e due biglietti per l’Africa, regalo di anniversario dei figli, Michel scoprirà accidentalmente che uno dei suoi rapitori è un giovane operaio licenziato insieme a lui. Amareggiato ma persuaso all’azione, lo denuncia alla polizia che lo arresta davanti agli occhi dei due fratelli minori. Il ragazzo rischia adesso una pena di quindici anni e una detenzione lontana dai fratellini di cui da anni si occupava da solo. Dopo un duro scontro verbale col suo rapitore, Michel lo colpisce con uno schiaffo. Il gesto involontario lo getta in una profonda crisi da cui riemergerà interrogandosi sulla sua vita, sul valore del perdono e sul futuro di due bambini scompagnati.
Ispirato dalla “Les pauvres gens” di Victor Hugo e accompagnato dalla canzone di Pascal Danel (che fornisce il titolo al film), Le nevi del Kilimangiaro è il nuovo dramma sociale di Robert Guédiguian sulla disoccupazione e la dolorosa perdita della dignità. Nondimeno è un’opera leggera come un palloncino, che racconta la vita quotidiana di una coppia aperta e accogliente alla maniera dei cortili che abita.
Intervengono alle proiezioni GIAMBATTISTA ARMELLONI, Presidente ACLI Lombardia e GIGI PETTENI, Segretario generale Cisl Lombardia