PREVIDENZA
Poste, 5mila esodati rischiano la pensione

In Lombardia su 900 interessati solo la metà ha trovato una soluzione. L'azienda spinge sulle dimissioni incentivate. La Cisl invita i lavoratori alla cautela e prima di firmare di verificare la propria posizione presso il sindacato e il patronato Inas (www.inas.it)

Si complica la vicenda “esodati” per i lavoratori delle Poste Italiane. Non solo, di fatto, circa 5mila dipendenti sono ancora in attesa di chiarimenti circa il loro futuro e non possono percepire la loro pensione alla data preventivata prima del decreto “Salva Italia”. Inoltre, poiché l'azienda ha continuato a proporre ai singoli lavoratori l'esodo incentivato, decine e decine di “esodandi” rischiano di trovarsi senza i requisiti di vecchiaia necessari per la pensione.

A lanciare l'allarme sono la federazione dei postali Cisl e l'Inas della Lombardia, che nelle ultime settimane hanno visto moltiplicarsi i casi di lavoratori contattati dall'azienda e convinti a firmare l'uscita. “In Lombardia, dei 900 lavoratori esodati solo la metà ha trovato soluzione al problema col decreto Milleproroghe - spiega Giuseppe Marinaccio, segretario generale Slp Cisl Lombardia –. L'azienda continua a proporre le uscite incentivate a lavoratori che avranno i requisiti per la pensione solo tra sei o sette anni e li convince ad accettare grazie a buonuscite di migliaia di euro. L'attuale incertezza sull'eventualità di nuove manovre sulle pensioni, però, non garantisce a nessuno che l'età pensionabile non sarà ulteriormente alzata”. A differenza di altre aziende, Poste Italiane non ha sottoscritto alcuna intesa coi sindacati sugli esodi incentivati. Contrariamente a quanto si vuole far credere, però, la materia è tutt'altro che facile da gestire e le probabilità di commettere errori sulle date in cui si realizza il diritto alla pensione sono molto elevate. “Un aspetto di cui spesso i lavoratori non tengono conto – aggiunge Angela Presciani, resposnabiel Inas Lombardia - è il fatto che non versando ulteriore contribuzione degli anni successivi all'uscita incentivata, poiché hanno già raggiunto i contributi necessari, avranno un danno non indifferente in termini di ammontare dell'assegno pensionistico”.

L'invito ai lavoratori delle Poste, dunque, è quello di rivolgersi al sindacato e al patronato Inas per verificare la puntualmente la propria posizione, prima di accettare proposte di esodi incentivati da parte dell'azienda.


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12/06/2012
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